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Fondazione Visentini: ecco le azioni necessarie per una salute vicina alle persone
Un nuovo indice misura a che punto siamo. Aumentati nell’ultimo decennio i problemi legati a eventi avversi, ecoansia, isolamento e condizioni economiche. Bene su welfare integrativo e contrasto all’antibiotico-resistenza. 15/3/23
Con lo scoppio della pandemia si è acuito il bisogno di rendere il “bene salute” più accessibile alle cittadine e ai cittadini, grazie a politiche basate sulla interdipendenza tra fenomeni che condizionano il benessere generale delle persone. A questo obiettivo mira l’Osservatorio salute benessere e resilienza, realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, che si occupa di attività di ricerca e analisi a carattere scientifico-culturale con la finalità di supportare lo sviluppo di politiche in grado di portare il “bene salute” più vicino alle persone.
Lo scorso 22 febbraio l’Osservatorio ha diffuso il primo rapporto annuale sui risultati delle indagini dal titolo “Orientarsi nella trasformazione” in cui prende in esame il periodo 2010-2021. Il Rapporto si fonda sul concetto di “vicinanza della salute” intesa come “la relazione nello spazio e nel tempo che sussiste tra la persona, la disponibilità del bene salute e la possibilità di fruirne”.
Indice di vicinanza della salute. È lo strumento a cui l’Osservatorio affida la descrizione sintetica dello scenario del Paese rispetto alle condizioni che consentono di garantire la salute alle cittadine e ai cittadini. La sua struttura permette di gestire la complessità del tema con interventi mirati e coordinati in più settori. È articolato in 81 indicatori provenienti da più fonti istituzionali ed enti, suddivisi in tre contesti:
- individuale: annovera gli ambiti più vicini alla persona e alle relazioni sociali;
- sistemico: si riferisce all’apparato organizzativo e agli attori del sistema salute;
- ambientale: include i luoghi di vita e i fattori ambientali e meteo-climatici.
Ogni contesto comprende i “domini”, cioè fenomeni e fattori da cui dipende il benessere delle persone. Nel grafico sottostante sono riportati a sinistra in blu il contesto individuale, al centro in rosso quello sistemico, e a destra in verde quello ambientale.
Tra il 2010 e il 2021 l’indice registra un andamento altalenante, con una marcata flessione nel 2020 attribuita alla crisi generata dalla pandemia di Covid-19 (linea verde intera nel grafico a seguire). L’andamento sintetizza il trend registrato dai tre contesti, di cui i più penalizzati sono quello “individuale” e “ambientale”, il primo per via dei distanziamenti per il contrasto alla pandemia, il secondo a causa degli effetti della crisi climatica. Dall’analisi dei contesti si è giunti a individuare sia le aree critiche, su cui è necessario agire in via prioritaria, sia gli aspetti positivi da valorizzare.
Le priorità di intervento. Nel decennio 2010-2021 gli aspetti critici prevalgono nel contesto relativo alla persona e alle relazioni sociali. In particolare, precipita il livello della literacy o alfabetizzazion (-20%), a causa di più fattori tra cui l’abbandono scolastico e, in seguito alla pandemia, il calo nella partecipazione dei cittadini alle iniziative culturali fuori casa. Sono in peggioramento i livelli di isolamento (-42%) e coesione sociale (-33%), come ad esempio la riduzione di attività di volontariato; sull’andamento negativo della condizione economica dei cittadini (-41%) incide soprattutto la povertà assoluta, seguita dalla disuguaglianza di reddito. Nel contesto ambientale l’analisi rimarca il forte peggioramento del livello di ecoansia nelle persone (-54%), riferita alla crisi climatica e ambientale.
Inoltre nel periodo 2015-2019 l’analisi rileva la persistenza di ridotte competenze digitali nella fascia d’età 65-74 anni, la principale destinataria dei servizi di telemedicina, sottolineano gli autori.
Le best practice. Ci sono anche alcune buone notizie. Per il contesto “ambientale” gli autori sottolineano l’aumento delle iniziative di contrasto all’antibiotico-resistenza (+74%), fenomeno dichiarato dall’Organizzazione mondiale della sanità come una delle 10 principali minacce alla salute globale, e che vede l’Italia al secondo posto nella classifica Ue per numero di morti all’anno. Da annotare l’andamento positivo rilevato per la Urban health (+31%), che attesta la crescente attenzione per la pianificazione urbana nell’ottica della tutela della salute umana e ambientale. Nel contesto “sistema” l’Osservatorio evidenzia il crescente ruolo cruciale del welfare integrativo nel rispondere ai bisogni assistenziali dei cittadini (+89%). Nel contesto della sfera “personale” si registra un trend positivo nell’adozione di un migliore stile di vita, in risposta alla pandemia.
Concludendo la panoramica dell’analisi, lo scenario del Paese suggerisce che il settore sanità, da solo, non basta per permettere ai cittadini di vivere nel benessere, dichiarano gli autori, serve il coordinamento di tutti gli attori coinvolti nel sistema salute. Intervenire in ogni contesto indagato nella ricerca, con azioni integrate, è necessario per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza entro il 2026, si legge nel rapporto, nonché per realizzare l’Agenda 2030 dell’Onu nei tempi previsti.
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di Antonella Zisa
Fonte copertina: marelica123, 123rf.com