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Scuole e sostenibilità: solo il 4,2% degli edifici è in classe energetica “A”
Percorsi “casa-scuola” poco sicuri, impianti per lo sport scarsi e inaccessibili, aree verdi inutilizzate. Legambiente fotografa il patrimonio edilizio e i servizi delle istituzioni scolastiche italiane. 26/1/23
Nelle nostre scuole quanto investiamo su politiche che intrecciano la sicurezza e sostenibilità degli edifici con la realizzazione e diffusione di buone pratiche? Lo rileva Legambiente nel 22esimo Rapporto “Ecosistema Scuola”, diffuso il 18 gennaio, fornendo i dati del 2021 inviati da 94 Comuni capoluogo della penisola italiana relativi a 5.616 edifici scolastici, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, frequentati da oltre un milione di studenti.
La sostenibilità energetica delle scuole. A livello nazionale l’81,1% delle amministrazioni dichiara di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, di cui solo il 17,1% sono stati rivolti agli edifici scolastici e senza aver migliorato lo scenario: appena il 4,2% è in classe energetica A (la migliore), mentre il 74,8% è fermo nelle ultime tre classi di cui il 39% nella peggiore (G). E se la velocità di diffusione degli impianti di energia rinnovabile negli edifici continuasse al ritmo degli ultimi dieci anni, si legge nel Rapporto, ci vorrebbero altri 80 anni per una piena copertura: nel 2021 ne sono provvisti solo il 21,8%. Da evidenziare che il 78,9% delle amministrazioni è interessato allo sviluppo di comunità energetiche nelle scuole, contribuendo agli obiettivi sociali di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze.
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Spazi e servizi per gli studenti, le famiglie, la comunità
Come riporta la tabella a seguire, poco più della metà degli edifici scolastici è dotato di impianti per lo sport e uno su quattro necessita di interventi di riqualificazione urgenti. Solo nel 56,4% dei casi sono aperti in orario extrascolastico, a beneficio del territorio, e per lo più sono “indoor”, senza quindi la possibilità di fare una pratica sportiva all’aperto. Oltre il 70% delle scuole ha giardini e aree verdi, che non vengono pienamente utilizzati per attività didattiche all’aperto; il dato più sconfortante si registra nelle isole, nonostante il clima più favorevole (19,4%).
Seppur il dato sia in miglioramento rispetto al 2020, solo il 24% degli edifici è raggiungibile con il servizio di scuolabus e appena il 10% da linee scolastiche. Ciò comporta l’utilizzo dell’auto, incidendo sul traffico e sulle relative emissioni di inquinanti atmosferici, andare a piedi o in bicicletta facendo i conti, stando ai dati della successiva tabella, con la scarsa disponibilità di piste ciclabili (sebbene in aumento). Ma non solo. Pochi edifici (18,9%) sono nella cosiddetta “zona 30” dove la velocità è più ridotta, ancor meno quelli ubicati in strade in cui è proibito il traffico di autoveicoli durante gli orari di entrata e uscita degli studenti (8,3%) e in Ztl (4,3%).
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C’è molto da fare negli investimenti per le iniziative rivolte sia agli studenti che alle famiglie. Da evidenziare che nelle isole nessun Comune finanzia il servizio “pre e post scuola” per venire incontro ai genitori con orari di lavoro diversi da quelli scolastici e progetti educativi per gli under 14.
Il servizio mensa è in tre scuole su quattro, in forte prevalenza al Nord, con l’accesso alle famiglie a basso reddito garantito in tutta la penisola. L’indagine rileva una significativa diffusione di buone pratiche tra cui: offerta di pasti con prodotti biologici e a km0, menù alternativi per motivi culturali e religiosi e recupero del cibo a favore di organizzazioni no profit. Per contro, il 66,7% delle scuole utilizza stoviglie monouso che incidono sull’aumento dei costi, nonché dei rifiuti in uno scenario nazionale in cui la raccolta differenziata nelle scuole non è ancora pienamente implementata, si legge nel Rapporto.
Accessibilità e manutenzione. Solo la metà degli edifici dispone del certificato di agibilità, di cui oltre il 60% sono al Nord, e uno scarso 3% ha ricevuto interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni. In Sicilia, dove sono presenti tutti i 389 edifici in zona sismica 1 e 2 delle isole, sono stati realizzati solo su due scuole. Poco diffuse le indagini diagnostiche dei solai, il cui crollo è il più frequente fattore di rischio nelle scuole. Sul fronte degli stanziamenti e della capacità di spesa, nel 2021 aumentano sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria, a eccezione del Centro Italia. Diminuiscono, invece, i Comuni che hanno beneficiato di fondi nazionali e regionali per l’edilizia scolastica.
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Considerato lo scenario, Legambiente ritiene necessario, in via prioritaria, trovare nuove modalità di erogazione dei fondi rispetto ai bandi, per rispondere adeguatamente ai bisogni delle amministrazioni che necessitano di interventi strutturali e sono carenti da un punto di vista di programmazione e progettazione. Il fattore tempo è determinante, sottolinea Legambiente, alla luce della crisi energetica che ha generato un aumento dei costi dei materiali, che rischia di bloccare cantieri in essere e programmati per lavori di riqualificazione e messa in sicurezza e per la nuova generazione di scuole, più innovative, sostenibili e sicure previste dal Pnrr.
di Antonella Zisa
Fonte copertina: brambillasimone, da 123rf.com