Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie dal mondo ASviS

L’ASviS aderisce alla campagna “Basta morti in strada e basta morti in bici”

L’Italia continua a rimandare misure di ampliamento delle piste ciclabili. La bici rappresenta uno strumento fondamentale per decarbonizzare il settore dei trasporti e per creare città e comunità finalmente sostenibili.   13/12/22

L’appuntamento è per martedì 13 dicembre alle ore 11 di fronte al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L’obiettivo è chiedere, grazie a un’ampia mobilitazione della società civile, più spazio e più sicurezza per chi ogni giorno sceglie di muoversi in modo sostenibile.

Basta morti in strada e basta morti in bici “nel nome di Davide Rebellin, di Manuel Lorenzo Ntube e delle altre centinaia di vittime in bici di questi anni”, è la campagna a cui l’ASviS aderisce promossa da Legambiente, Fiab, Touring club italiano, Bikeitalia, La nuova ecologia, Accpi, Ancma, Clean cities campaign, Fondazione Luigi Guccione, Fondazione Michele Scarponi, Kyoto club, Salvaiciclisti, Velolove, Vivinstrada. Lo scopo è sensibilizzare cittadini e classe politica sul ruolo di uno strumento fondamentale per decarbonizzare il Paese e rendere le nostre città meno inquinate.


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Nel suo ultimo Rapporto l’ASviS sottolinea che l’Italia è in ritardo rispetto al Target 3.6 dell’Agenda 2030, che prevede il dimezzamento dei morti per incidenti stradali entro la fine di questo decennio e rispetto al 2019. Inoltre, per favorire la mobilità ciclabile, come previsto nell’Obiettivo 11 “Città e comunità sostenibili”, l’ASviS ricorda che i 565 chilometri di piste ciclabili in zone urbane che saranno realizzati entro il 2026 dal Pnrr contribuiscono in minima parte al conseguimento dell’obiettivo europeo, che per i soli Comuni capoluogo di provincia e Città metropolitana prevede la realizzazione di altri 4.731,5 km di piste ciclabili entro il 2030. Occorre dunque finanziare il fabbisogno residuo di 2.022,16 milioni di euro per le ciclovie nazionali individuato nell’Allegato infrastrutture al Def 2022-2024 (a pagina 199).

L’uso della biciletta come strumento per la rigenerazione urbana e per l’innovazione della logistica viene menzionato anche nei position paper sulla “qualità dell’aria” e sulla “city logisitc” pubblicati dal Gruppo di lavoro sul Goal 11 dell’ASviS. 

Misure che però vanno in contrasto con la direzione presa del Governo, che nella manovra di Bilancio 2022 ha deciso di azzerare i fondi per le due ruote, tagliando così i 94 milioni che erano stati inizialmente destinati al Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane nel biennio 2023-2024.

Secondo Legambiente “l’Italia non è un Paese per bici”, il titolo del dossier presentato il 24 novembre che mostra come il nostro Paese investa nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane.

Lo studio, partendo da dati Istat, ha analizzato i chilometri di corsie o piste ciclabili per 10mila abitanti al 2020 e i chilometri aggiuntivi previsti dal Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) e dal Biciplan (Piano della mobilità ciclistica). Sebbene le ciclabili siano cresciute del 20% tra il 2015 e il 2020, ancora oggi oltre un terzo dei comuni non ha adottato alcuna nuova misura sull’ampliamento dello spazio da riservare ai ciclisti, anzi qualcuno di questi ha addirittura rimosso le piste ciclabili. Inoltre, dall’analisi emerge una forte disparità territoriale: “nella top 10 ci sono solo città del Nord, mentre in coda alla classifica si trovano quasi solo città del Centro-Sud”.


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La campagna intende incidere anche sull’aspetto culturale. La bicicletta infatti è spesso vista come un intralcio alla circolazione piuttosto che una parte della soluzione per avere città più vivibili e una mobilità veramente sostenibile. Tra le proposte troviamo: “Città a 30 km/h, più fondi per le ciclabili, subito la legge sulla distanza di sorpasso a 1,5 metri e politiche orientate alla ‘Vision zero’- si tratta di un progetto di sicurezza stradale nato in Svezia con lo scopo di eliminare i morti e i feriti a causa di incidenti stradali -, che permettano di dare spazio e sicurezza alle persone prima che alle auto e azzerino le vittime degli incidenti stradali”.

Leggi il comunicato stampa

Guarda il comunicato stampa (13 gennaio 2023) sulla lettera al Mit per Città 30

 

di Ivan Manzo

 

Foto di Pexels da Pixabay

martedì 13 dicembre 2022

Aderenti