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L’Italia e il Goal 13: riconvertire i sussidi dannosi all’ambiente in favorevoli
Le emissioni sono tornate a crescere. Dal Rapporto ASviS: urgente l’istituzione di un Piano nazionale per l’adattamento e di una Legge sul clima. Occorre portare il taglio delle emissioni al 2030 al 65%, stop alle fake news. 17/11/22
Una panoramica sul Goal 13: a che punto siamo
La crisi energetica e il dissesto dell’economia hanno messo in secondo piano il cambiamento climatico, rileva il Rapporto ASviS 2022 nella sezione dedicata al Goal 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”. Il tema è stato infatti assente nella campagna elettorale italiana e il mondo dell’informazione difficilmente lo mette in relazione con le crisi. Eppure, abbiamo ancora sotto gli occhi gli 11 morti di Senigallia, i 33 milioni di profughi in un Pakistan allagato per il 30% del territorio e le spaventose ondate di caldo e siccità che hanno colpito l’Europa e la Cina.
Uno studio di Science avverte che la mancata mitigazione potrebbe innescare una serie di tipping points (o punti di non ritorno) irreversibili, come la fusione delle calotte glaciali in Groenlandia e nell’Antartide occidentale e la morte delle barriere coralline.
Secondo Nature, più della metà delle malattie infettive conosciute è stata resa più pericolosa dai cambiamenti climatici. L’epatite, il colera, la malaria e molte altre si stanno diffondendo più velocemente, colpiscono ampie fasce della popolazione in tutto il mondo a causa di eventi legati al clima. L’Onu avverte che gli impatti del cambiamento climatico globale stanno entrando in “territori inesplorati di distruzione”, il tutto mentre i Paesi non riescono a perseguire gli obiettivi posti a livello nazionale, comunitario e internazionale sulla riduzione delle emissioni climalteranti, che continuano a macinare record su record. Per limitare il riscaldamento globale a 2°C gli sforzi al 2030 devono essere quattro volte superiori e sette volte superiori per gli 1,5°C.
In Italia la comunità scientifica chiede che la lotta alla crisi climatica venga posta in cima all’agenda politica offrendo il proprio contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete. Appelli che sembrano cadere nel vuoto.
L’Italia fa fronte agli impegni presi per il Green climate fund in maniera insufficiente, e sulla cooperazione allo sviluppo non dà segni di vita. Le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per una prevenzione del rischio ambientale mancano di un riferimento a un quadro sistemico di politiche, che dovrebbe anche far riferimento a un Piano d’azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici di cui si sono perse le tracce dal 2017.
Il rimbalzo delle emissioni di CO2 del 2021 ha riportato il trend allo status pre-Covid19. Il Mite (ora diventato Ministero per l’ambiente e la sicurezza energetica) ha licenziato un Piano per la transizione ecologica (Pte) che è una sorta di dichiarazione di intenti, non si parla per esempio dell’istituzione di una Legge per il clima. Si nota, inoltre, con particolare disappunto, la totale assenza di misure di promozione e sostegno all’informazione e al dibattito pubblico sulle tematiche dei cambiamenti climatici.
L’Europa e il Goal 13
A livello europeo, le emissioni di gas serra registrano un andamento altalenante nel corso della serie storica analizzata (2010-2020). Si misura, infatti, una riduzione delle emissioni tra il 2010 e il 2014, in corrispondenza della crisi economica, seguita da un andamento sostanzialmente stabile tra il 2015 e il 2019. Nel 2020 si assiste a un salto particolarmente positivo dell’indicatore, che migliora del 17,3% grazie alla riduzione delle emissioni causata dal blocco parziale di alcune attività produttive e dalla riduzione dei consumi dovuta ai periodi di lockdown.
Lussemburgo, Danimarca, Grecia e Finlandia registrano la variazione migliore tra il 2010 e il 2020, avendo ridotto le emissioni, rispettivamente, del 34,7%, 33,1%, 36,9% e 36,4%. La Lituania e la Slovenia, invece, sono gli unici due Paesi che nel 2020 registrano un livello di emissioni maggiore rispetto al 2010. L’Italia, nel 2020, si posiziona sopra la media europea, registrando una variazione 2010-2020 leggermente migliore rispetto a quella misurata per l’Europa.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 13
A livello italiano, l’indicatore composito sul Goal 13 migliora tra il 2010 e il 2021. L’indice evidenzia una riduzione delle emissioni di gas serra tra il 2010 e il 2014, dovuta principalmente agli effetti della crisi economica, e una sostanziale stabilità tra il 2014 e il 2019. Nel biennio 2020-2021, invece, si registra un miglioramento (nel 2020) compensato da un equivalente peggioramento nel 2021; fluttuazione in larga parte determinata dagli effetti del lockdown del 2020. In Italia le emissioni di gas serra nel 2020 sono pari a 5,7 tonnellate pro-capite, contro le 7,1 della media europea.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS su “Lotta contro il cambiamento climatico”
- Varare con urgenza il Piano nazionale per l’adattamento, integrato da misure di finanziamento pubblico.
- Massimizzare l’impegno di mitigazione portando il target del taglio delle emissioni gas serra a -65% al 2030 (rispetto ai livelli del 1990), data entro la quale il ricorso al nucleare è impossibile.
- Pianificare la riduzione progressiva dell’uso del gas naturale nel quadro del RepowerEu.
- Anticipare al più presto il divieto di commercializzazione degli autoveicoli a combustione; la chiusura delle centrali a carbone; la riconversione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad) alle fonti fossili in sussidi ambientalmente favorevoli (Saf), e l’allocazione delle entrate dal carbon pricing e della carbon border tax.
- Approvare una Legge sul clima, considerando anche che l’Italia è l’unico fra i maggiori Paesi europei a non averla ancora.
- Istituire un organismo tecnico per la valutazione degli impatti della legislazione e delle normative sulle emissioni serra.
- Garantire il coinvolgimento e la consapevolezza della popolazione, conducendo iniziative di informazione e comunicazione pubblica sullo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici.
- Mettere in pratica un piano per l’educazione basato sulla miglior scienza disponibile, integrando misure di contrasto alle fake news e alla disinformazione, estendendolo a tutta la popolazione attraverso i media e mezzi di comunicazione di massa.
Vai all’analisi completa del Goal 13 nel Rapporto ASviS
Guarda anche il Quaderno ASviS “La transizione ecologica giusta”
di Ivan Manzo
Il Rapporto ASviS 2022 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato il 4 ottobre in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |