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Archivio del Quirinale: la storia della sostenibilità fino all’ambiente in Costituzione
L’incontro ha ripercorso le tappe che hanno segnato l’affermarsi del concetto di sostenibilità nella cultura del Paese, dalle prime leggi sulla tutela del paesaggio fino alla integrazione dei principi fondamentali della Carta. 3/11/22
Qual è stato il percorso normativo e culturale che ha portato all’inserimento nella Costituzione del concetto di tutela dell’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni? A questa domanda ha provato a rispondere l’incontro “Ambiente, biodiversità, territori nelle memorie del Paese. A proposito del ‘nuovo’ articolo 9 della Costituzione: la tutela dell’ambiente ‘nell’interesse delle future generazioni’”, organizzato dall'Archivio storico della presidenza della Repubblica con l'Università degli studi di Roma Tor Vergata e l’ASviS, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Il convegno, uno degli “eventi nazionali” del Festival, è stato introdotto da Marina Giannetto, sovrintendente dell’Archivio storico della presidenza della Repubblica, che ha ripercorso alcuni degli interventi legislativi fondamentali di cui si è dotato lo Stato italiano al fine di preservare il paesaggio e l’ambiente, per giungere infine “ai principi introdotti dalla legge costituzionale numero 1 del 2022, che favorisce una nuova formulazione dell’articolo 9 della Carta. Questo è un cambiamento radicale fondato su una duplice consapevolezza acquisita nel tempo: da un lato c’è un nesso inscindibile, voluto e sottolineato dalla Costituzione, tra patrimonio ambientale e culturale, entrambi da valorizzare e salvaguardare. Da un altro lato questi patrimoni devono essere visti nella prospettiva nuova dei beni comuni”.
In foto, Marina Giannetto
In seguito è intervenuto Giulio Lo Iacono, coordinatore operativo dell’ASviS, che ha mostrato alcuni materiali Rai risalenti agli anni 1970 (un servizio di un telegiornale e l’estratto di una puntata di “Superquark”): “Ci siamo resi conto che spesso ci sono stati nella storia del nostro Paese degli esempi di sostenibilità inconsapevole, e lo vedremo attraverso i video. Oggi, buona parte dell’opinione pubblica sa di cosa si parla quando si parla di sostenibilità. Però ci sono stati anni in cui la sostenibilità non era ancora codificata in quanto tale. Ma esistevano buone pratiche già prima della codificazione e capire cosa significasse all’epoca essere sostenibili è molto importante per noi oggi”. Lo Iacono ha aggiunto che “C’è anche un errore molto grave: fare senza comunicare. Se abbiamo delle buone pratiche bisogna metterle in comune, non solo per visibilità ma anche perché si mettono a fattor comune, si alza l’asticella del proprio settore”.
In foto, Giulio Lo Iacono
Il panel è proseguito con le parole di Andrea De Pasquale, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, il quale ha esordito, rispetto al tema della protezione dell’ambiente, sottolineando che “Sono i giovani a chiedere una pronta risposta e di dar frutto al dibattito che si è sviluppato negli ultimi 40 anni”. De Pasquale ha inoltre rimarcato l’importanza dei materiali archivistici nella elaborazione di strategie per la sostenibilità: “Parlare oggi di ambiente e paesaggio vuol dire parlare di tutela. Per esempio, i vincoli paesaggistici sono un imprescindibile strumento per la tutela del paesaggio. L’Archivio storico svolge il fondamentale compito di assicurarne la conservazione. Questa importante documentazione continua a essere frequentata per il suo valore probatorio e amministrativo”.
In foto, Andrea De Pasquale
Dopo le parole di De Pasquale sono intervenuti esperti e professori che hanno inquadrato il tema principale del dibattito all’interno di una lettura più scientifica del contesto. Infine le conclusioni sono state affidate a Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili all’epoca dell’evento, il quale ha evidenziato che “Con il cambio della Costituzione di quest’anno abbiamo inserito nella Carta non solo la tutela dell’ambiente, ma la sua tutela anche nell’interesse delle future generazioni. È interessante notare che con l’introduzione dell’ambiente in Costituzione ci siamo uniti alla stragrande maggioranza dei Paesi dell’Ue, ma solo sei o sette Paesi membri hanno il concetto dell’interesse delle future generazioni all’interno dei principi fondamentali”. Giovannini si è poi interrogato sui cambiamenti materiali che porterà questa modifica costituzionale: “Il fatto di aver cambiato per la prima volta i principi fondamentali della Costituzione è un messaggio fortissimo, poi le nuove generazioni, ma anche quelle attuali cioè noi, dobbiamo decidere come usarlo. Perché i diritti poi si conquistano sul campo, non solo scrivendoli nella Carta”.
In foto, Enrico Giovannini
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Di Milos Skakal