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Rapporto Rus 2021: il ruolo delle università nel processo di decarbonizzazione
Riduzione dei fabbisogni di energia, utilizzo di fonti rinnovabili e rimozione di CO2 dall’atmosfera con azioni concrete e già sperimentate. Sono le azioni con cui gli atenei italiani possono contribuire alla decarbonizzazione. 27/6/22
In un contesto storico in cui la sostenibilità è un vero e proprio leitmotiv, il ruolo delle università diventa centrale, in particolare per la ricerca, la formazione e lo sviluppo della capacità di articolare un pensiero interdisciplinare e critico che conduca a un profondo cambio di paradigma. Sono i presupposti con cui la Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) ha presentato il suo Rapporto 2021 “Le Università per i territori nell’anno dell’ambizione climatica”, in cui non solo viene fatto il punto sulle attività condotte dalla Rete, ma sono contenute anche le “Linee guida per la decarbonizzazione degli atenei”. La Rus è composta da 81 atenei, sparsi in tutte le regioni italiane, ed è organizzata in gruppi di lavoro che comprendono oltre 700 membri di faculty e staff impegnati a orientare le proprie attività verso gli Obiettivi di di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell’Onu.
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Emissioni nette zero nel mondo universitario. L’interesse per obiettivi di “emissioni nette zero”, di riduzione di CO2 o di gas climalteranti totali, evidenzia il Rapporto, è sempre maggiore. Un numero crescente di nazioni, autorità locali e aziende private ha assunto impegni in questa direzione da raggiungere entro metà secolo, e le università non sono da meno.
L’impegno degli atenei contro il cambiamento climatico. Molte università internazionali hanno aderito alla campagna globale “Race to zero” supportata dall’Unfccc. In questo ambito è stata lanciata nel 2020 la “Global climate letter for universities and colleges” nell’ambito dell’SDG Accord (accordo che esorta le università di tutto il mondo a includere gli SDGs nelle attività), con l’obiettivo di “impegnare gli atenei a raggiungere lo emissioni nette zero entro il 2030, o al massimo entro il 2050”. Ad oggi hanno aderito 615 università, che rappresentano circa 8 milioni di studenti e studentesse. La Rus ha formalmente aderito nel 2020 alla Global climate letter for universities and colleges, e otto università italiane hanno già dichiarato un obiettivo di emissioni nette zero: Università degli Studi del Sannio in Benevento, Università di Genova e Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino al 2030; Università degli Studi di Pavia e Università di Roma Tor Vergata al 2040; Politecnico di Torino, Almo Collegio Borromeo e Università degli studi dell’Aquila al 2050.
Carbon neutrality e climate neutrality. Nonostante il grande interesse per gli obiettivi di “emissioni nette zero”, continua il Rapporto, molto spesso il significato di questo impegno non è chiaro. La carbon neutrality, ossia “emissioni nette zero di carbonio”, significa che eventuali emissioni di CO2 residue devono essere compensate con una corrispondente quantità di emissioni negative di CO2. La climate neutrality significa invece un impegno a “emissioni nette zero di gas climalteranti”, ossia eventuali emissioni residue di CO2, CH4, N2O e F-Gas devono essere compensate con una corrispondente quantità di emissioni negative di CO2.
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Come raggiungere la carbon neutrality. Emissioni negative di CO2 possono essere realizzate con tecnologie e processi che garantiscono una rimozione di CO2 dall’atmosfera e successivo sequestro. Le principali di queste tecnologie, chiamate Carbon dioxide removal (Cdr) e Greenhouse gas removal (Ggr), sono l’afforestazione e la riforestazione, il sequestro del carbonio nel suolo tramite pratiche agricole, la biochar (ovvero un materiale carbonioso ottenuto per degradazione termica), la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (Beccs), la cattura diretta dell’aria di CO2 e stoccaggio (Daccs), l’alcalinizzazione degli oceani e il dilavamento accelerato delle rocce. Mentre le tecniche di afforestazione e le pratiche agricole conservative sono già praticate su vasta scala in diversi contesti, le altre sono attualmente utilizzate in modo molto limitato o sono in fase di ricerca e sviluppo.
Le linee guida per la decarbonizzazione. Per questo motivo la Rus, nelle sue Linee guida per la decarbonizzazione, suggerisce di basarsi su soluzioni in grado di offrire garanzie di risultato. Più in particolare, i tre target già applicabili riguardano: la riduzione dei fabbisogni totali di energia; la crescita della quota di fonti rinnovabili a copertura dei fabbisogni energetici fino a un loro completo soddisfacimento; la rimozione di CO2 dall’atmosfera, in particolare attraverso azioni di afforestazione e la messa in atto di pratiche agricole conservative.
Per un ateneo, continua il Rapporto, la riduzione dei fabbisogni di energia può avvenire in molti settori: consumi di energia elettrica, consumi termici e consumi legati agli spostamenti. Ad esempio, per quanto riguardo la mobilità per missioni istituzionali e di ricerca, la riduzione può avvenire sostituendo, dove possibile, lo spostamento con strumenti per conferenze web. I viaggi con veicoli privati e quelli aerei (soprattutto per distanze inferiori ai 500 km) possono essere sostituiti con il trasporto pubblico locale, nazionale e internazionale.
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È importante, sostiene la Rus, che gli atenei italiani adottino impegni di emissioni nette zero, in modo chiaro e coerente. Deve essere chiaro se l’obiettivo emissioni nette zero è relativo alla sola CO2 o anche ad altri gas serra. Deve essere chiaro se l’obiettivo è relativo alle sole emissioni dirette (es. riscaldamento, veicoli di proprietà dell’ateneo) o indirette elettriche (da consumi elettrici acquistati), o altre indirette (trasporti per l’accesso al campus, missioni del personale). La Rus suggerisce di considerare le sole emissioni di CO2 e almeno le emissioni dirette, indirette da consumi elettrici e termici acquistati e le emissioni derivanti missioni del personale.
Nel definire l’obiettivo emissioni nette zero dovrebbe essere definito in che misura l’obiettivo sarà raggiunto: se tramite riduzione diretta delle emissioni dell’ateneo, da attività di rimozione di CO2, da crediti derivanti da riduzioni delle emissioni o da crediti di rimozione CO2. Si ritiene necessario, continua la Rus nel suo Rapporto, che gli atenei non si affidino in modo rilevante all’acquisto dei crediti, ma si impegnino ad una strategia ambiziosa di riduzione delle emissioni di CO2. Gli obiettivi minimi suggeriti sono: almeno il 50% di riduzione delle emissioni per iniziative dirette entro il 2030, almeno il 75% al 2040 e almeno il 90% al 2050.
In ultimo, conclude il Rapporto, l’assunzione di impegno a emissioni nette zero dovrebbe essere accompagnata dalla definizione di una strategia, delineata da un gruppo di lavoro di esperti di tecnologie energetiche in grado di indicare i possibili sviluppi della generazione di elettricità da fonti rinnovabili, i margini di aumento nell’efficienza energetica e nella riduzione dei consumi energetici e la modalità di integrazione delle fonti rinnovabili nell’attuale sistema energetico. L’impegno dovrebbe essere accompagnato dalla definizione di obiettivi intermedi, almeno al 2030 e al 2040, e da un sistema di monitoraggio basato ad esempio su un inventario delle emissioni e un bilancio energetico.
di Tommaso Tautonico