Entro il 2027 il 100% dei nuovi autobus urbani in Ue potrebbe essere net zero
Secondo uno studio di Transport & Environment, l’Europa accelera oltre le previsioni in questa filiera della mobilità sostenibile. I Paesi del Nord guidano la corsa, l’Italia in crescita ma sotto la media continentale. 17/3/2025
Il 2024 si conferma un anno decisivo per la riduzione delle emissioni di CO₂ nel settore dei trasporti urbani. Secondo i dati presentati il 2 marzo dall’organizzazione ambientalista Transport & Environment (T&E), il 46% degli autobus acquistati in Europa nell’ultimo anno è elettrico, mentre il 3% sfrutta le celle a combustibile a idrogeno, ossia genera elettricità a bordo attraverso una reazione chimica tra idrogeno e ossigeno. Un risultato che deriva da stringenti politiche comunitarie per la mobilità sostenibile e da strategie locali mirate, come l'introduzione di zone a zero emissioni, che hanno spinto le città ad aumentare gli investimenti nelle nuove tecnologie. Alla luce di queste evidenze, l’Ong con sede a Bruxelles vede il prossimo triennio come un possibile punto di svolta: a questo tasso di crescita, gli autobus urbani sono sulla buona strada per raggiungere vendite completamente emissioni zero entro il 2027. Per i residenti delle città, ciò significa strade più silenziose e aria più pulita.
Quali Paesi guidano la transizione?
Gli Stati del Nord Europa si confermano pionieri della mobilità sostenibile. Finlandia e Islanda dominano, con i Paesi Bassi, la classifica con il 100% di autobus elettrici acquistati nel 2024, seguono la Danimarca (99%), e la Norvegia e il Lussemburgo (98%). L’Italia, pur mostrando segnali di crescita, resta indietro rispetto alla media europea, con il 44% di nuovi autobus elettrici e solo il 2% alimentato a idrogeno.
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Analizzando il periodo che va dal 2021 al 2024, emerge un quadro diverso. I Paesi Bassi vantano la percentuale più bassa di autobus diesel in Europa (1%), mentre Finlandia, Norvegia e Danimarca superano il 90% di elettrificazione, seguite da Islanda (82%) e Lussemburgo (81%).
Non tutte le nazioni europee avanzano allo stesso ritmo: Ungheria, Estonia, Slovacchia e Croazia hanno acquistato meno del 10% di mezzi elettrici negli ultimi tre anni. Anche Austria, Repubblica Ceca e Grecia mostrano una transizione lenta, con oltre il 70% della flotta alimentata da motori a diesel.
Un caso emblematico è quello dell’Estonia, che dimostra come una strategia politica mirata possa accelerare la transizione. In un solo anno, dal 2023 al 2024, il Paese ha incrementato l’acquisto di autobus elettrici dell’84%, dimostrando che il cambiamento in tempi rapidi è possibile.
Prospettive future
Nonostante le percentuali da record registrate negli ultimi anni, dunque, la transizione non procede in modo omogeneo in tutta l’Europa. Per evitare divari tra le nazioni, secondo Transport & Environment è necessario un maggior allineamento delle politiche nazionali e comunitarie. Una soluzione potrebbe essere l’introduzione di nuovi criteri negli appalti pubblici che incentivino l’acquisto di autobus a zero emissioni prodotti in Europa. Si otterrebbe, così, un doppio vantaggio: da un lato, tutte le nazioni europee avrebbero la possibilità di raggiungere gli obiettivi del Green deal; dall’altro, le risorse pubbliche verrebbero investite nella filiera industriale europea, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro e riducendo la dipendenza dai fornitori esteri.
di Ilaria Delli Carpini
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