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Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Secondo gli ultimi dati 2021, risulta che di questo passo entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei nostri mari. A fronte di una media europea del 77,8%, in Italia gli stock ittici sono sovrastruttati al 91,4%. 

Notizie

Fish dependence day: in 7 mesi consumato lo stock ittico di un anno

Il Wwf lancia l'allarme pesca: sovrasfruttamento del Mediterraneo, consumo insostenibile e cambiamento climatico minacciano il futuro del nostro mare. Consumatori responsabili possono fare la differenza. 6/8/24

martedì 6 agosto 2024
Tempo di lettura: min

Luglio 2024 segna un triste traguardo per il Mediterraneo: le risorse ittiche disponibili per l'anno sono esaurite. Questo evento coincide con il "Fish dependence day", giorno simbolico in cui l'Europa consuma l'equivalente della sua produzione annuale di pesce, molluschi e crostacei. A lanciare l'allarme è il Wwf, attraverso la campagna "Our future", che sottolinea come il Mediterraneo sia il secondo mare più sovrasfruttato al mondo, con il 58% degli stock ittici in stato critico, rispetto alla media del 37,7% a livello globale.

Consumo insostenibile e crisi climatica

La domanda di prodotti ittici in Europa è elevatissima: ogni cittadino consuma in media 24 kg di pesce all'anno e gli italiani superano la media arrivando a 31,21 kg pro capite. Tra le specie più colpite dalla sovrapesca troviamo nasello, sardina, gamberi viola e rosa, e triglia di fango. La situazione è aggravata dalla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn), che mette ulteriormente a rischio gli ecosistemi marini e le economie locali.

La crisi climatica poi, rappresenta una minaccia significativa per la produzione mondiale di pesce, con proiezioni che indicano una riduzione fino al 40% nelle popolazioni ittiche in alcune aree tropicali entro il 2100. Anche il Mediterraneo è colpito: l'aumento delle temperature marine spinge le specie autoctone a spostarsi, favorendo l'invasione di nuove specie e sono state di recente rilevate nel Mediterraneo quasi mille specie invasive, di cui 126 ittiche, causando una riduzione delle specie autoctone fino al 40% in alcune zone.

L’aumento rapido della popolazione di meduse, l'eutrofizzazione dei mari causata dai fertilizzanti e la diminuzione delle praterie dell’alga posidonia, riducono la capacità di immagazzinamento di CO2, divenendo allo stesso tempo effetti e agenti del cambiamento climatico.

Promuovere un consumo responsabile

Per fronteggiare questa crisi, il Wwf sottolinea l'importanza di comportamenti di consumo responsabili. Controllare l'etichetta del pesce acquistato per verificare provenienza e metodo di cattura è essenziale. Orientare le scelte verso stock ittici in buone condizioni e pratiche di pesca sostenibili può spingere il mercato verso un modello più ecologico. Il Wwf promuove una pesca sostenibile collaborando con pescatori, ricercatori, autorità e filiera per migliorare la sostenibilità ecologica e socio-economica delle attività di pesca.

La situazione delle risorse ittiche nel Mediterraneo è critica e richiede un impegno collettivo: “Ridurre il nostro consumo di pesce soprattutto per quanto riguarda le specie più sovrasfruttate, diversificando le nostre scelte di prodotti ittici è fondamentale per contrastare la pesca eccessiva, incoraggiare la transizione verso una pesca più sostenibile e supportare la resilienza dell’ecosistema marino”, sostiene Giulia Prato, Responsabile Mare del Wwf Italia.

L’associazione ambientalista ha inoltre pubblicato una guida per aiutare i consumatori a fare scelte più informate e sostenibili e ha lanciato un gioco interattivo per educare e sensibilizzare sul consumo dei prodotti ittici e i loro impatti sul clima.

 

di Sofia Petrarca

 

Fonte copertina: joakant, da Pixabay

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