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Balene, bocciata ancora una volta la nuova riserva protetta per i giganti del mare

In Slovenia la Commissione internazionale per la caccia alle balene ha discusso del futuro dei grandi cetacei, ma ancora una volta non è stato possibile raggiungere un accordo  per istituire un’area di protezione nell’Atlantico meridionale.

La Commissione internazionale per la caccia alle balene (Iwc, International Whaling Commission), costituita nel 1949 per favorire uno sviluppo coordinato dell’industria baleniera, disciplina la caccia di questi cetacei a livello internazionale.  Composta attualmente da 88 paesi membri, si riunisce ogni due anni per regolamentare la cattura delle balene definendo le aree protette.

La 66esima assemblea della Commissione internazionale per la caccia alle balene si è svolta a Portoroz (Slovenia) dal 24 al 28 ottobre 2016. L’Iwc discute da oltre 15 anni la proposta di istituire una riserva protetta per le balene nell’Atlantico meridionale, avanzata da Brasile, Argentina, Uruguay, Sudafrica e Gabon. Ma ancora una volta, con 38 voti a favore, 24 contrari e due astensioni, la proposta non è passata, dal momento che per l’approvazione sarebbe stata necessaria una maggioranza dei tre quarti dei votanti.

Tra i principali oppositori della proposta figurano Giappone, Islanda, Guinea, Norvegia, Russia, Corea e Antigua e Barbuda. Sono ormai alcuni anni che l’Iwc è costituita da due blocchi con punti di vista completamente opposti: al primo appartengono i paesi che continuano ad avere interesse per la caccia alle balene, mentre nel secondo si trovano le nazioni che sono contrarie alla caccia alle balene, in particolare se fatta per scopi commerciali.

La nuova riserva, che avrebbe dovuto coprire un'area marina  confinante con i paesi proponenti, compresa tra le coste orientali di Uruguay, Brasile e Argentina, l'Africa occidentale e l'area protetta dell'Oceano antartico, avrebbe rappresentato uno spazio protetto dove lasciar vivere liberamente le balene, per riprodursi senza il rischio di essere cacciate. Ma l’accordo non è arrivato, lasciando un segno negativo per il quattordicesimo obiettivo di sviluppo sostenibile sulla protezione della flora e fauna marina.

 

di Flavia Belladonna

venerdì 4 novembre 2016

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