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Nooa: dal 2014, i sette anni più caldi mai registrati nella storia del Pianeta
Una condizione climatica disastrosa, con quasi ogni parametro negativo che batte i record. Temperature superficiali e livello del mare in aumento, nuovo primato per i gas serra. A rischio soprattutto Artico e Antartide. 31/8/21
“L'evento singolare più significativo per l'umanità nel 2020 è stata la pandemia di Covid-19, con l'interruzione delle attività e della vita quotidiana. […] Mentre la popolazione umana mondiale ha lottato con la pandemia, però, i segni di un clima che cambia non sono diminuiti”. Queste le parole contenute nel rapporto “State of the climate in 2020”, prodotto dal Noaa (National oceanic and atmospheric administration) e pubblicato ad agosto dall'American meteorological society.
Il Rapporto ha infatti confermato che il 2020 è stato tra i tre anni più caldi mai registrati dalla metà del 1800, e nuovi primati di alta temperatura sono stati stabiliti in tutto il mondo. Diversi indicatori come il livello del mare, il calore dell'oceano e lo stato del permafrost hanno battuto ancora una volta i record stabiliti solo un anno prima. In particolare, i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera – anche con una riduzione stimata del 6-7% delle emissioni di CO2 a causa del rallentamento economico dovuto alla pandemia globale – hanno toccato nel 2020 livelli mai raggiunti prima.
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Nuovo record per i gas serra. Il Rapporto ha dimostrato che i gas serra (che includono CO2, metano e protossido di azoto) hanno segnato un altro primato, raggiungendo una concentrazione media annua di 412,5 parti per milione. “Questo valore è di 2,5 parti per milione superiore rispetto al 2019, e costituisce il più alto record in 62 anni di misurazioni”. Inoltre, il metano ha registrato l’aumento “più rilevante dall’inizio delle misurazioni sistematiche”.
Temperature in crescita. Secondo la Nooa, “i sette anni più caldi mai registrati si sono verificati tutti negli ultimi sette anni, dal 2014”. La temperatura superficiale media globale è aumentata a un tasso medio di 0,08°C per decennio dall'inizio delle misurazioni, e dal 1981 il tasso di crescita è stato più del doppio.
Livelli vertiginosi anche per le temperature della superficie marina. La temperatura media globale della superficie del mare del 2020 è stata infatti la terza più alta mai registrata, superata solo nel 2016 e nel 2019 da condizioni climatiche associate a El Niño (fenomeno climatico periodico che si verifica nell'Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, e consiste in un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche).
Il livello globale del mare è stato il più alto mai registrato. Con i suoi 91,3 millimetri superiori alla media del 1993, il livello delle acque marine ha superato i record per il nono anno consecutivo. “Il livello del mare globale sta aumentando a un tasso medio di tre centimetri per decennio a causa dei cambiamenti climatici”, avverte il Rapporto. “Lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali, insieme al riscaldamento degli oceani, è all’origine di questa tendenza”.
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Gli oceani hanno assorbito una quantità record di CO2. Sono circa tre miliardi di tonnellate in più rispetto al 2020, i livelli di CO2 trattenuti dalle acque oceaniche. “Si tratta della quantità più alta dal 1982 e quasi il 30% in più rispetto alla media degli ultimi due decenni”. Più CO2 immagazzinata nell'oceano, naturalmente, significa per noi meno anidride carbonica nell’atmosfera; ma questo vuol dire anche una maggiore acidificazione delle acque, fenomeno che danneggia gravemente gli ecosistemi.
In grave difficoltà si trovano due aree sensibili dal punto di vista climatico: Artico e Antartide.
Il ghiaccio artico sta scomparendo. “L'estensione del ghiaccio marino nell’Artico è stata vicina al minimo storico”, si legge sul Rapporto. La temperatura media annuale lungo le aree terrestri artiche è stata la più alta da 121 anni, 2,1 ° C al di sopra della media 1981-2010. “Il 20 giugno è stata osservata una temperatura di 38°C a Verkhoyansk, in Russia”, fa notare la Nooa, “al momento la registrazione più alta mai rilevata all'interno del Circolo Polare Artico”. E con il calore arrivano i fuochi. L'Artico ha infatti registrato l’anno di incendi più dannosi in termini di quantità di carbonio rilasciata nell'atmosfera, superando il record stabilito nel 2019. La maggior parte degli incendi si è verificata nella Siberia nord-orientale, dove sono state registrate anche temperature anomale ed elevate.
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Caldo record in Antartide. Durante l'estate australe sono stati osservati fenomeni di calore estremo in alcune parti dell'Antartide, contribuendo a una grande ondata di caldo. Il 6 febbraio, la stazione Esperanza ha raggiunto 18,3 °C, la temperatura più alta mai registrata nel continente, superando di 1,1 °C il precedente primato stabilito nel 2015. Il calore ha anche portato al più grande evento di scioglimento superficiale di fine estate da 43 anni a questa parte, che ha colpito oltre il 50% della penisola antartica e ha avuto un impatto significativo su altitudini fino a 1700 metri.
“Questo Rapporto ci ricorda ancora una volta che i fattori che portano a un cambiamento climatico sono determinati da orizzonti temporali molto più lunghi di un singolo anno”, dichiara la Nooa, “e hanno un'inerzia che richiede sforzi significativi e di lungo periodo per arrestarla”.
di Flavio Natale