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Kpmg: le aziende sostenibili sono più resilienti alle crisi globali
La recessione accelera la spinta verso la sostenibilità aziendale, tramite i drive Esg e gli Chief sustainability officers. L'acquisto di fondi sosteinibile cresce, ma la Pandemia aggrava la condizione di molti degli Obiettivi dell'Agenda 2030. 28/5/20
“L'emergenza legata alla diffusione del Covid-19 ha modificato radicalmente il contesto economico e sociale in cui operiamo”. Kpmg, rete di società indipendenti che si occupa di fornitura di servizi professionali alle imprese, ha recentemente pubblicato due documenti (“Covid 19: il ruolo del Chief sustainability officer” e “Reporting finanziario e di sostenibilità ai tempi del Covid-19”) che illustrano i driver di cambiamento che caratterizzeranno il mondo aziendale nei prossimi anni. “È l'occasione per esplorare le opportunità legate alla discontinuità e individuare quei fattori su cui costruire un nuovo modello di sviluppo economico-sociale più resiliente”.
Dalle ricerche di Kpmg, si evince infatti che la Pandemia e la conseguente contrazione economica globale stanno avendo un impatto significativo sulle tematiche Esg (Environmental, social and governance, fattori base per giudicare la sostenibilità degli investimenti). “La resilienza di un’impresa è sempre più sollecitata dalla propria capacità e reattività nel gestire l'impatto di fattori Esg” ricorda Kpmg. “In un momento di disruption, la sostenibilità deve svolgere un ruolo di abilitatore per la creazione di valore e la continuità del business aziendale”. Gli stessi stakeholder guardano alle tematiche non finanziarie e alla loro gestione, consapevoli di quanto siano imprescindibili per assicurare all’impresa un posizionamento positivo. Questa attenzione particolare alle tematiche sostenibili era già stata individuata da Kpmg nel febbraio 2020, quando aveva elencato tre driver di cambiamento per il futuro: l’attenzione crescente dei consumatori e del mercato verso brand sostenibili (brand with purpose); le richieste degli investitori e delle banche; la crescente regolamentazione delle Istituzioni e le pressioni della società civile.
La scarsa gestione degli aspetti di sostenibilità aziendale rischia dunque di costituire un ulteriore costo finanziario nel medio-lungo periodo per le aziende – già gravate da mesi di crisi significativa – oltre a costituire un’opportunità di crescita economica mancata.
Uno studio del Blackrock investment institute ha ad esempio tracciato una correlazione tra sostenibilità e indicatori tradizionali (come qualità e bassa volatilità degli investimenti), delineando previsioni sulla maggiore resilienza delle aziende sostenibili nelle fasi future di recessione. Lo stesso istituto ha inoltre fatto notare come il cambiamento verso la sostenibilità, registrato tra fine 2019 e inizio 2020, sia stato accelerato dalla crisi. Questo fenomeno è dovuto alla tendenza da parte degli investitori, in un momento di forte volatilità, ad acquistare fondi aperti sostenibili globali (fondi comuni d’investimento ed Exchange-traded fund), cresciuti nel primo trimestre del 2020 di 40,5 miliardi di dollari, registrando un incremento del 41% rispetto all’anno precedente.
Centrale all’interno di questo piano di riordinamento delle priorità aziendali è lo Chief sustainability officer (Cso), figura che si occupa delle tematiche di sostenibilità aziendale, e che assumerà, con il passare del tempo, un ruolo sempre più significativo. “Il Cso deve essere promotore del cambiamento” e, nello specifico, in grado di supportare l’evoluzione della strategia di sostenibilità dell’organizzazione verso un piano di business capace di integrare a pieno una crescita sostenibile. Tra le attenzioni delle Istituzioni europee nei confronti delle aziende sostenibili Kpmg sottolinea invece l’importanza della “Tassonomia Ue per la finanza sostenibile”, strumento utile a fornire a imprese e investitori un linguaggio comune per definire le attività e gli investimenti sostenibili.
“Nei prossimi mesi assisteremo a cambiamenti radicali, che metteranno sicuramente in discussione il business model e le strategie dell’organizzazione, ma che possono anche stimolare la resilienza organizzativa” aggiunge Kpmg. Allo stesso tempo, però, gli effetti della -Pandemia si stanno ripercuotendo negativamente su alcuni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (basti pensare, ad esempio, ai danni economici generati dopo la sospensione delle attività, Goal 8, o all’incremento della violenza sulle donne dovuto al lockdown, Goal 5).
“Governi, regulator e cittadini di tutto il mondo richiedono inoltre alle organizzazioni di fare la loro parte, occupandosi della salvaguardia di dipendenti e collaboratori, ma anche mettendo in campo risorse economiche e competenze per una crescita sostenibile” si legge nel documento. La Pandemia, infatti, “ha rimesso l’essere umano al centro dell’attenzione mondiale”, e proprio per questa ragione è molto importante considerare in modo prioritario il benessere fisico e psichico di tutte le persone coinvolte nei processi produttivi ai vari livelli. Kpmg fa notare, ad esempio, gli effetti che le misure di distanziamento sociale stanno generando sulle persone (causando disagio soprattutto per le categorie di dipendenti più vulnerabili), ricordando anche la necessità di continuare a valorizzare e stimolare i propri dipendenti, attività non semplice nel lavoro a distanza. Dunque, i key drivers che dovranno caratterizzare la politica aziendale nel rapporto con i propri dipendenti sono: aggiornare/definire una politica di gestione del personale; elaborare un piano di welfare flessibile; organizzare una politica di smart working e mobility; attivare iniziative di formazione a distanza/digital learning.
Le priorità Esg di ogni azienda devono dunque essere riviste alla luce del mutato scenario di riferimento. Inoltre, l’analisi di materialità (ovvero il confronto tra le aspettative di gruppi di stakeholder esterni rispetto alle opportunità di business che riguardano la strategia aziendale) “non deve più essere considerata un esercizio statico, finalizzato esclusivamente al reporting non finanziario, ma deve saper cogliere cambiamenti e interconnessioni tra i vari settori dell’azienda stessa”. L’utilizzo delle nuove tecnologie e soluzioni digitali sarà un’altra importante chiave di volta per mantenere un rapporto quanto più possibile diretto con i propri dipendenti, così come con gli stakeholder.
di Flavio Natale