Notizie
La sostenibilità trova sempre maggiore spazio nelle strategie aziendali
Una ricerca Kpmg-Nedcommunity analizza 205 imprese di grandi dimensioni impegnate nella rendicontazione non finanziaria 2019. Il 45% del campione cita gli Obiettivi di sviluppo sostenibile; Piani di sostenibilità in aumento. 8/11/2019
La sostenibilità entra sempre di più nella vita quotidiana delle grandi aziende; rivoluziona gli organigrammi e costringe le imprese a un cambio di passo organizzativo. È quello che emerge dall'indagine“Informativa extra finanziaria: principali trend in atto” condotta in sinergia da Kpmg, impresa di servizi impegnata in progetti di responsabilità sociale, e dalla Nedcommunity, l’associazione italiana degli amministratori non esecutivi e indipendenti.
I risultati dell’indagine sono stati presentati il 14 ottobre in un convegno organizzato a Milano in collaborazione con Ubi Banca, al quale sono intervenuti esponenti del mondo della finanza, delle istituzioni, del credito e delle imprese. Lo studio analizza le 205 società con più di 500 dipendenti che nell’anno in corso, seppur con modalità diverse, hanno deciso di adottare standard di rendicontazione globale che tengano conto anche di aspetti sociali e ambientali.
Ne risulta un quadro generalmente positivo: gli impegni per la sostenibilità ambientale, il sociale e la governance (i cosiddetti criteri Esg – Environment, social, governance) vengono progressivamente integrati nella gestione delle imprese. Sul campione delle 205 aziende analizzate, il 36% (74 società) ha demandato le responsabilità relative alla gestione dei temi Esg a un comitato interno allo stesso consiglio di amministrazione. Tra queste, l’83% ha assegnato tale compito a commissioni già esistenti, mentre il restante 17% ha nominato un Comitato di Sostenibilità ad hoc.
Il merito di queste iniziative, oltre alla crescente attenzione da parte delle imprese e dell’opinione pubblica per i temi della sostenibilità, è da attribuire anche alle nuove norme che sono state introdotte nel nostro ordinamento. In particolare, il Decreto Legislativo n. 254/2016, che recepisce la Direttiva europea 2014/95, impone, a partire dal 2018, agli Enti di interesse pubblico con più di 500 dipendenti l’obbligo di redigere un’informativa non finanziaria riguardante i temi ambientali e sociali, quelli attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la corruzione attiva e passiva.
Rimane a carico delle imprese l’identificazione dei temi che intendono monitorare. A riguardo, lo studio sottolinea che la maggior parte delle imprese del campione ha privilegiato temi relativi al personale (salute e sicurezza 82%, formazione, valorizzazione e sviluppo del personale 80%, promozione della diversità 72%) e al contrasto alla corruzione (82%), seguiti dai rapporti con la comunità (70%), da temi ambientali (climate change 66%, efficienza energetica 58%, gestione dei rifiuti 39%) e dalla tutela dei diritti umani (57%). Inoltre, il 45% del campione cita gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, in particolare i Goal 7 (energia pulita e accessibile), 8 (lavoro dignitoso e crescita economica), 9 (imprese, innovazione e infrastrutture) e 13 (lotta contro il cambiamento climatico); gli SDGs meno frequenti sono i Goal 1 (sconfiggere la povertà), 2 (sconfiggere la fame), 14 (vita sott’acqua) e 15 (vita sulla terra).
Gli effetti di tutti questi sforzi appaiono incoraggianti: la riorganizzazione dettata dalla svolta normativa ha imposto una maggior integrazione tra gli organi di governo aziendali che, negli ultimi 24 mesi, si è riflettuta positivamente su tutti i processi di pianificazione e gestione dei temi Esg, e ha delineato un generale percorso di buone pratiche che porta sempre più spesso verso la definizione di approcci strategici integrati.
Rispetto al 2017, si è avuto un aumento dei Piani di Sostenibilità formalizzati pari addirittura al 90%, seppur riguardi solo il 22% delle aziende analizzate, mentre per più della metà del campione i sistemi di monitoraggio del rischio, finanziario e non-finanziario, sono cresciuti del 23%. Dalla ricerca emerge anche che una più lunga esperienza di rendicontazione aziendale porta a una maggiore diffusione di modelli integrati: nelle aziende con più di due anni di rendicontazione alle spalle, infatti, i modelli integrati risultano molto più diffusi che nelle altre (questo avviene per il 70% del campione con più di due anni di esperienza).
In sintesi, l’analisi evidenzia come a fronte di un gruppo di aziende “virtuose” che sta progressivamente integrando la sostenibilità all’interno dei propri processi gestionali, rimane un numero ancora significativo di aziende che considerano la rendicontazione non finanziaria come un puro e semplice adempimento previsto dalla legge.
Di William Valentini