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In Italia, gli infermieri sono 5,49 per mille abitanti, contro un valore medio del 9,42 per mille di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Inoltre, si registra un incremento delle patologie dell’area psichiatrica e psicologica, tra le criticità accentuate dalla pandemia in Italia, che è nell’ordine del 25-30%. 

 

Notizie

Dal quarto Rapporto Gimbe il Piano per salvare il Servizio sanitario nazionale

Definanziamento pubblico, aumento senza criterio dei livelli essenziali di assistenza, sprechi e inefficienze: le determinanti della crisi del Ssn impongono un drastico cambio di manovra e un piano politico lungimirante. 22/7/2019

È stato presentato a Roma lo scorso 11 giugno presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica il quarto Rapporto sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale (Ssn) della Fondazione Gimbe.  A quarant’anni dall’approvazione della legge che istituiva il Ssn, il Rapporto individua le determinanti della crisi della “più grande conquista sociale dei cittadini italiani”, prevedendone il decorso e avanzando proposte concrete per la sua salvaguardia.

Il Rapporto analizza i paradossi e le criticità dell’aumento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), che vanno a gravare su un Sistema fiaccato dal definanziamento: nel periodo 2010-2019, 37 miliardi di euro sono stati sottratti al Ssn a fronte di un aumento del fabbisogno di 8,8 miliardi di euro. Ad affliggere la sostenibilità del Ssn sono anche gli sprechi e le inefficienze documentate attraverso la value-based healthcare, un avanzato approccio che permette di misurare il ritorno in termini di salute della spesa sanitaria (value for money) pubblica e privata, rilevando come spesso le risorse impiegate non vengano convertite in servizi. Non meno allarmante l’espansione degli enti di sanità integrativa che, lungi dal sostenere il Ssn, incoraggia invece la privatizzazione, dice il Report.

Il Rapporto propone un piano di salvataggio articolato in dodici punti che indirizzano verso una rottura con l’attuale sistema di finanziamento, pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari, raccomandando manovre concrete per la tutela di un sistema che sia pubblico, equo e universalistico, e auspicando l’ausilio di un dibattito in grado di tener conto di un orizzonte a lungo termine, non legato alla scadenza dei mandati politici. Di seguito si riportano le dodici proposte, presentate in dettaglio nel quinto capitolo del Rapporto, avanzate dalla Fondazione Gimbe:

  1. mettere la salute al centro di tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche ambientali, industriali, sociali, economiche e fiscali;
  2. rilanciare il finanziamento pubblico per la sanità e evitare continue revisioni al ribasso;
  3. aumentare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni nel rispetto delle loro autonomie;
  4. costruire un servizio socio-sanitario nazionale, perché i bisogni sociali condizionano la salute e il benessere delle persone;
  5. ridisegnare il perimetro dei livelli essenziali di assistenza secondo evidenze scientifiche e princìpi di costo-efficacia;
  6. ridefinire i criteri di compartecipazione alla spesa sanitaria ed eliminare il superticket;
  7. lanciare un piano nazionale per ridurre sprechi e inefficienze e reinvestire le risorse recuperate in servizi essenziali e innovazioni;
  8. avviare un riordino legislativo della sanità integrativa per evitare derive consumistiche e di privatizzazione;
  9. regolamentare l’integrazione pubblico-privato e la libera professione secondo i reali bisogni di salute;
  10. rilanciare politiche e investimenti per il personale e programmare adeguatamente il fabbisogno di medici, specialisti e altri professionisti sanitari;
  11. finanziare ricerca clinica e organizzativa con almeno l’1% del fabbisogno sanitario nazionale;
  12. promuovere l’informazione istituzionale per contrastare le fake news, ridurre il consumismo sanitario e favorire decisioni informate.

Scarica il Rapporto

di Mariaflavia Cascelli

 

 

lunedì 22 luglio 2019

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