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Una legge europea per il ripristino della natura
Settimana 20-26 giugno. Commissione: regolamento sul ripristino della natura. Parlamento: raccomandazioni per attuare gli Sdgs e i Pnrr, disincentivare gli inceneritori nell’Eu-Ets. Conclusioni del Consiglio europeo
Nuovi atti fondamentali per l’attuazione in particolare del Green Deal europeo sono stati adottati dalle istituzioni europee la scorsa settimana.
La Commissione europea, in particolare, ha presentato il 22 giugno la ”legge per il ripristino della natura”, e misure per la riduzione del 50 % nell’uso e nel rischio dei pesticidi chimici entro il 2030, oltre a un nuovo piano per rendere gli scambi commerciali dell'Ue più verdi, più equi e più sostenibili e la comunicazione sull’agenda internazionale per gli oceani dell’Ue.
Proposta di legge europea per il ripristino della natura
Con la legge europea per il ripristino della natura, che è di fatto un proposta di Regolamento europeo che entrerà in vigore una volta approvato dal Consiglio e dal Parlamento, è la prima volta che viene proposto un atto legislativo che mira esplicitamente a ripristinare la natura in Europa. L’iniziativa rientra nel quadro della strategia europea per la biodiversità al 2030, e pone diversi target di ripristino della natura per gli ecosistemi terrestri, costieri, acqua dolce, per gli ecosistemi marini e per gli ecosistemi urbani.
L'obiettivo di sintesi è far sì che le misure di ripristino della natura coprano almeno il 20 % delle superfici terrestri e marine dell'UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Anche visti nel dettaglio, gli obiettivi sono di alta ambizione. A titolo esemplificativo, la proposta di legge indica che al 2030 gli Stati membri devono garantire che non vi sia alcuna perdita netta di spazio verde urbano e di copertura arborea urbana in tutte le città e nei centri urbani e periferici, oltre a garantire un aumento della superficie totale nazionale dello spazio verde urbano nelle città e nei centri abitati di almeno il 3% entro il 2040 e di almeno il 5% entro il 2050.
Le misure previste sono assolutamente giustificate per il conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici sottoscritti anche negli accordi internazionali quali la Convezione sulla diversità biologica e l’accordo di Parigi sul clima. Il documento adottato offre chiara evidenza delle basi scientifiche all’origine delle scelte richiamando alcuni dei dati essenziali dei rapporti dell’Ipbes e dell’Ipcc.
Gli atti della Commissione, inoltre confermano che gli investimenti per il ripristino della natura apportano un valore economico compreso tra 8 e 38 euro per ogni 1 euro speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l'attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana.
Viene inoltre messo in evidenza come le stesse consultazioni delle/i cittadini in sede di Conferenza sul futuro dell’Europa, hanno indicato nelle proposte finali che l’Unione deve proteggere e ripristinare la biodiversità, il paesaggio e gli oceani, eliminare l'inquinamento e promuovere la conoscenza, la consapevolezza, l'educazione e il dialogo sull'ambiente, il cambiamento climatico, l'uso dell'energia e la sostenibilità.
Durante la conferenza stampa di presentazione, il vice-presidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans ha richiamato le criticità sulla sicurezza alimentare determinate dall’invasione russa in Ucraina, così come le criticità sullo stato di salute dei suoli per il 70% in cattivo stato, e il declino degli impollinatori, quali fattori incidenti sulla capacità degli ecosistemi di produrre cibo, incluso quanto si sta verificando in Europa per gli effetti dei cambiamenti climatici proprio in questi giorni, citando tra gli esempi anche la siccità in nord Italia. Ed ha così commentato: usare la guerra in Ucraina per annacquare le proposte e spaventare gli europei facendo credere che sostenibilità significa meno cibo, è francamente da irresponsabili.
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Sessione plenaria del Parlamento europeo del 22-23 giugno
Durante l’ultima sessione plenaria del Parlamento sono state adottate risoluzioni ed emendamenti su alcune delle proposte del pacchetto pronti per il 55%, in particolare sul fondo sociale per il clima, sulla tassa sul carbonio alle frontiere, sulla revisione del sistema per lo scambio di quote di emissioni nell'Ue.
In quest’ultima, il Parlamento ha introdotto diverse novità rispetto alla proposta presentata dalla Commissione lo scorso luglio 2021. In particolare sono stati introdotti emendamenti per l’inserimento dell’incenerimento dei rifiuti nel sistema di scambio di quote di emissione, a decorrere dal 1 gennaio 2026, con queste motivazioni: l’inclusione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani nell'Eu Ets contribuirebbe all'economia circolare incoraggiando il riciclaggio, il riutilizzo e la riparazione dei prodotti, contribuendo nel contempo anche alla decarbonizzazione dell’intera economia. Poiché le attività di riciclaggio e rigenerazione sono già contemplate dall'Eu Ets, l'inclusione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani rafforzerebbe gli incentivi per una gestione sostenibile dei rifiuti in linea con la gerarchia dei rifiuti.
Nella risoluzione del 23 giugno 2022 sull'attuazione e la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, il Parlamento ribadisce il proprio impegno a favore dell'Agenda 2030, dei suoi 17 Sdgs e dell’impegno a non lasciare indietro nessuno e nessun territorio; sottolinea che, alla luce delle pandemie attuali e future e delle conseguenze della guerra in Ucraina, l'Agenda 2030 rappresenta un percorso unico verso un'economia del benessere per ricostruire meglio un mondo più equo, giusto, inclusivo, sostenibile e resiliente […] incoraggia la Commissione a intervenire per affrontare i cambiamenti climatici e a rispettare e promuovere i diritti umani, il diritto alla salute, le comunità locali, i rifugiati e i migranti, i bambini, le minoranze, le persone in situazioni vulnerabili, il diritto allo sviluppo, l'uguaglianza di genere, l'emancipazione femminile e l'equità intergenerazionale.
Oltre alle dichiarazioni di principio, il Parlamento propone nella risoluzione alcune indicazioni sul miglioramento della governance, del monitoraggio, e sul finanziamento per l’attuazione dell’Agenda 2030.
Riconosce il ruolo del semestre europeo nello sviluppare gli Sdgs e apprezza l’invito rivolto dalla Commissione agli Stati membri di perseguire una strategia economica "al di là del Pil”. Chiede tuttavia che sia portata avanti una riforma del sistema del semestre europeo migliorando l'integrazione dell'Agenda 2030, del pilastro europeo dei diritti sociali e del Green Deal europeo a tutti i livelli, coinvolgendo pienamente le autorità locali e regionali e integrando le riforme e gli investimenti negli Stati membri.
Osservando che l'Ue non dispone ancora di un piano designato per il finanziamento degli Sdgs, esorta la Commissione a presentarne con urgenza uno, tenendo conto che il fabbisogno di finanziamento annuale per la realizzazione degli stessi per il periodo successivo alla Covid-19, è stato stimato in 3700 miliardi di dollari. Citando in proposito il documento Ocse del novembre 2020 prospettive globali sul finanziamento dello sviluppo sostenibile 2021: nuove modalità di investimento per le persone e il pianeta.
In particolare sottolinea che l'assenza di un tale piano, con obiettivi chiaramente definiti e quantificabili, impedisce un monitoraggio esaustivo della spesa per gli Sdgs a titolo del bilancio dell’Ue.
Tra le altre indicazioni, il Parlamento esorta ancora a un maggior impegno nel sostenere i paesi in via di sviluppo allarmato dal fatto che la crisi attuale ha esacerbato le vulnerabilità legate all'indebitamento già esistenti, e chiede la creazione di un meccanismo multilaterale di gestione del debito, sotto l'egida delle Nazioni Unite, per far fronte alla crisi del debito nei paesi in via di sviluppo e alle necessità di finanziamento dell'Agenda 2030.
Non ultime sono le attenzioni rivolte alle politiche d’inclusione sociale, chiedendo all’Ue di investire nell'istruzione e nella formazione per i rifugiati e i migranti, per garantire che siano in grado di realizzare il proprio potenziale in seno alle comunità e alle economie delle rispettive nazioni ospitanti per soddisfare gli impegni assunti in relazione all’Agenda 2030.
Un’altra risoluzione assunta dal Parlamento ha riguardato la relazione sull'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il Parlamento, evidenzia in particolare come lo stesso dispositivo per la ripresa e la resilienza possa contribuire anche ad attenuare le conseguenze dell'invasione russa dell’Ucraina con un efficace integrazione dello stesso con il piano RePoweEu favorendo la sovranità energetica dell’Ue attraverso l'efficienza energetica, la diversificazione e gli investimenti nella transizione verde giusta.
Con un focus specifico, avverte sul rischio di un "greenwashing" nell'attuazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza, in particolare per quanto riguarda alcune misure che contribuiscono ai requisiti di spesa verde, comprese quelle sulla ristrutturazione degli edifici efficiente sotto il profilo energetico.
Sottolinea l’importanza della trasparenza e dei meccanismi di monitoraggio e di controllo, e offre una serie d’indicazioni alla Commissione e agli Stati membri per una corretta ed efficace attuazione dei piani.
Conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 giugno
Il Consiglio europeo ha lanciato una nuova idea di costruzione di una “Grande Europa” con l'obiettivo di offrire una piattaforma di coordinamento politico per i paesi europei di tutto il continente al fine di promuovere il dialogo politico e la cooperazione per affrontare questioni di interesse comune in modo da rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo. Promette di tornare in seguito a discutere sulla questione.
Gli altri temi trattati hanno riguardato il conflitto in Ucraina e la correlata crisi umanitaria ed alimentare. É stata esaminata la richiesta di adesione all’Ue della stessa Ucraina, della Moldova e della Georgia, decidendo di riconoscere lo status di candidato all’Ucraina e alla Moldova.
Lo stesso ampliamento dell’Ue nei Balcani occidentali è stato valutato positivamente e il Consiglio si è dichiarato pronto a concedere alla Bosnia-Erzegovina lo status di paese candidato.
Sulle questioni economiche, il Consiglio rinnova il suo invito alla Commissione a esaminare insieme ai nostri partner internazionali modalità per contenere l'aumento dei prezzi dell'energia, compresa la fattibilità dell'introduzione di tetti temporanei ai prezzi all'importazione, se del caso.
É stato preso atto delle proposte contenute nella relazione sui risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa. In proposito, il Consiglio ha espresso impegno a garantire un seguito efficace alla relazione e di informare i cittadini del seguito dato alle proposte formulate.
di Luigi Di Marco