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Annual circularity gap report: l'economia globale è circolare solo al 9%
L’utilizzo globale delle risorse è più che triplicato dal 1970 e potrebbe raddoppiare entro il 2050 se non si cambia rotta. Bisogna abbandonare il modello dell’economia lineare per massimizzare l'uso delle risorse esistenti. 13/2/2019
“È giunto il momento di prendere seriamente in considerazione le opportunità offerte da un sistema economico circolare”, afferma la Circle Economy, cooperativa sociale impegnata per una rapida transizione verso l’economia circolare. Da quando, un anno fa, l’impresa ha lanciato il suo primo rapporto, l’estrazione di risorse e le emissioni di gas serra hanno continuato ad aumentare, confermando che i problemi dell’economia lineare sono fortemente radicati nel nostro sistema globale.
In occasione del World economic forum di Davos, l’impresa ha lanciato il suo secondo “Annual circularity gap report”, uno studio che offre la prospettiva di un’economia globale rigenerativa attraverso un reale cambio di paradigma.
Secondo il Rapporto, nonostante i governi abbiano orientato le loro politiche verso la lotta al cambiamento climatico, l’incremento dell’utilizzo di energie rinnovabili e l’efficienza energetica, il vasto potenziale di un sistema economico circolare è stato trascurato.
Infatti, l'economia globale risulta circolare solo al 9%; ciò significa che solamente questa esigua percentuale dei 92,8 miliardi di tonnellate di minerali, combustibili fossili, metalli e biomasse che entrano nell’economia viene riutilizzata ogni anno. A questo si aggiunge il fatto che l’utilizzo globale delle risorse sta accelerando: è più che triplicato dal 1970 e potrebbe raddoppiare entro il 2050 se non si prendono provvedimenti.
Per poter cambiare rotta, il Rapporto si propone di individuare i fattori chiave necessari per una transizione verso la circolarità entro la metà del 21esimo secolo e di introdurre un nuovo quadro di valutazione basato su un approccio integrato.
Il nuovo approccio, denominato “mass-value-carbon thinking”, consente di valutare l’economia globale guardando attraverso tre lenti fondamentali: la capacità produttiva, la creazione di valore finanziario e le emissioni di carbonio. A partire da questa prospettiva, l’analisi rivela quali e quante risorse consumano alcuni bisogni umani come avere una casa, muoversi e nutrirsi. Inoltre, applicando questo principio è possibile non solo tenere traccia dei cambiamenti, ma anche misurare i progressi e intraprendere trasformazioni durature per obiettivi a lungo termine.
La relazione invita i governi a integrare le strategie sul cambiamento climatico e quelle sull'economia circolare per ottenere il massimo impatto e guidare il cambiamento. Nello specifico i governi dovrebbero:
- abolire gli incentivi finanziari che incoraggiano l'uso eccessivo delle risorse naturali;
- aumentare le tasse sulle emissioni;
- ridurre le tasse su lavoro.
Il Rapporto chiede dunque alle istituzioni di agire per passare da un'economia lineare "take-make-waste" a un'economia circolare, che massimizzi l'utilizzo delle risorse esistenti, riducendo contemporaneamente la dipendenza dalle nuove materie prime e diminuendo gli sprechi. Progettare l'innovazione per estendere la durata delle risorse esistenti può non solo ridurre gli effetti non benefici sull’ambiente, ma contribuire anche all’abbattimento delle disuguaglianze sociali e favorire una crescita a basse emissioni di carbonio.
Oltre a ottimizzare l’utilità dei prodotti massimizzandone l’uso e prolungandone la durata, il Rapporto evidenzia gli elementi fondamentali per il passaggio a un sistema economico circolare::
- un efficiente sistema di riciclo, in cui i rifiuti sono considerati una risorsa;
- progettazione circolare, riduzione del consumo di materiale e utilizzo di alternative a basse emissioni di carbonio;
- decisioni di finanziamento e investimento che riconoscono il valore a lungo termine delle attività immobiliari;
- il riutilizzo di materiali da costruzione già esistenti;
- la progettazione modulare di nuovi materiali da costruzione per consentire il riutilizzo e il riassemblaggio;
- l’ottimizzazione della durata di utilizzo degli edifici;
- la progettazione degli edifici per un uso flessibile.
Come evidenziato dal Rapporto, le strategie circolari per ridurre i rifiuti sono particolarmente importanti nel settore dell’edilizia, che rappresenta un quinto delle emissioni globali.
La Circle Economy calcola che quasi la metà di tutti i materiali che entrano nell'economia (42,4 miliardi di tonnellate all’anno) sono utilizzati nella costruzione e manutenzione di case, uffici, strade e infrastrutture.
Infatti nelle economie emergenti, dove l'elevata crescita della popolazione e la rapida urbanizzazione stanno portando a un massiccio boom edilizio, la sfida è adottare pratiche di costruzione che riducano al minimo l'uso di materie prime e le conseguenti emissioni.
In sintesi, il sistema economico circolare rappresenta un’opportunità per porre fine a una crescita economica non sostenibile; allineato con le strategie di equità sociale e mitigazione dei cambiamenti climatici, il suo obiettivo è favorire la prosperità, ma con una gestione intelligente delle risorse del nostro pianeta.
di Eleonora Angeloni