Approfondimenti
Promuovere la parità di genere per garantire uno sviluppo sostenibile: l’impegno di Fuori Quota
Nasce il gruppo di lavoro sulla “Parità di genere per uno sviluppo sostenibile” di Fuori Quota, un tavolo costituito per sostenere, facilitare e promuovere l’introduzione delle policy di genere negli statuti o nei regolamenti dei Consigli di amministrazione e garantire un minimo di presenze femminili ai vertici aziendali, ancora oggi tutt’altro che scontate.
Novembre 2018
Fuori Quota ha dato vita a un gruppo di lavoro che, coerentemente con l’obiettivo di sostenere il talento femminile, ha posto un focus specifico sul Goal 5 che riguarda la parità di genere. In Italia, nessuno sembra intenzionato a dare voce alla necessità di capire come dare continuità agli obiettivi della legge Golfo-Mosca sulle quote di genere nei consigli di amministrazione, in particolare sono necessarie azioni concrete perché le posizioni apicali siano distribuite in modo più meritocratico tra uomini e donne.
Fuori Quota è un progetto che alimenta il dibattito sulla diversità all’interno delle aziende e che negli anni ha dimostrato di esprimersi in modo autorevole riguardo al tema delle presenze femminili nei ruoli apicali. Un movimento spontaneo, costituito da circa cinquanta donne che siedono nei Consigli di amministrazione delle più importanti società quotate italiane e da altre rappresentanti chiave del sistema di governance, tutte impegnate a trovare soluzioni efficaci, con i diversi mezzi a propria disposizione, a questo tema. Il lavoro di Fuori Quota nasce dalla consapevolezza delle donne che solo essendo presenti, ed in numero significativo, nei ruoli di leadership è possibile portare avanti istanze e trasmettere una visione del mondo che sia anche al femminile. Nulla si vuole togliere al merito, anzi ci si prefigge di aiutare a individuare e a premiare competenze e capacità personali a prescindere dal genere. Allo stesso tempo, vogliamo coinvolgere la componente maschile nella battaglia per una maggiore rappresentanza femminile, poiché l’impegno di ognuno dei due generi è fondamentale per raggiungere un maggiore equilibrio. Fuori Quota è supportata da un gruppo di testimonial uomini, che rappresentano il mondo delle istituzioni e di grandi corporate che condividono in pieno i nostri obiettivi.
Il lavoro di Fuori Quota si articola in tavoli tematici, procedendo così parallelamente su molteplici progetti, per incidere sulle cause delle discriminazioni di genere, attraverso azioni mirate su diversi fronti. In particolare, abbiamo deciso di dare vita a un gruppo di lavoro sul tema della “Parità di genere per uno sviluppo sostenibile”, per promuovere un nuovo modello di sviluppo e di crescita aziendale. Questo tavolo ha l’obiettivo di sostenere, facilitare e promuovere l’introduzione delle “policy di genere” negli statuti o nei regolamenti dei CdA, per garantire un minimo di presenze femminili ai vertici aziendali, ancora oggi tutt’altro che scontate. Il nostro nucleo di riferimento ha infatti messo in risalto come, nel dibattito italiano sul quinto Obiettivo di sviluppo sostenibile sulla parità di genere e l’empowerment femminile e inserito nel programma d’azione dell’Agenda 2030 dell’Onu, ci sia silenzio quasi assoluto rispetto al tema dell’apertura sia dei consigli di amministrazione sia delle posizioni manageriali e apicali a una più meritocratica distribuzione di ruoli tra uomini e donne.
Oggi, la rendicontazione non finanziaria obbliga gli enti di interesse pubblico con più di 500 dipendenti a comunicare informazioni su sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, catena di fornitura, gestione delle diversità e gestione dei rischi della società ma, di fatto, a questa pubblicazione non corrisponde alcun obbligo. Noi vogliamo quindi provare a proporre un passo in avanti e fare in modo che le aziende che decidono di aderire a politiche in difesa della diversità, le rispettino. I Sustainable Development Goals sono tanti e se un’azienda si dichiara compliant deve aver rispettato obblighi stabiliti nella prima fase così come in quelle successive e calcolare le ricadute che le proprie scelte possono avere sul territorio. C’è ragione quindi per sostenere che questi indicatori riguardino anche il numero delle donne messe nelle condizioni di ricoprire ruoli apicali. Ci sono esempi molto concreti di buone prassi che possono portare a questo obiettivo, come l’obbligo della presentazione di almeno tre curriculum di donne per ogni processo di selezione e di promozione intra-aziendale.
Ecco allora che “Parità di genere per lo sviluppo sostenibile” di Fuori Quota vuole far passare il messaggio che un nuovo modello di sostenibilità corrisponde a un nuovo modello di sviluppo e di crescita, intesa come benessere per tutti e che il successo economico di un’azienda è importante tanto quanto far rispettare i valori etici, poiché i due risultati sono tra loro correlati. Non si tratta solo di agevolare l’inclusione delle donne, ma di spingere le aziende a puntare sulla sostenibilità e aiutarle a ottenere migliori performance. Gli obiettivi da perseguire sono molteplici, e tutti sono orientati verso un nuovo equilibrio di genere come diretta conseguenza di un nuovo modo di pensare e di vivere la società. L’angolatura femminile è essenziale, perché le donne sono quelle più capaci di interpretare i diritti di sostenibilità. Per tutte queste ragioni, crediamo che il contributo di Fuori Quota possa rappresentare un arricchimento del dibattito su queste tematiche che ASviS sta conducendo sulla sostenibilità in generale e, in particolare, il quinto Obiettivo dell’Agenda 2030.