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L’Europa importa un terzo dei prodotti agricoli associati alla deforestazione
Il consumo dell’Ue, a causa dell’elevata domanda di materie prime quali olio di palma, cacao e caffè, contribuisce in modo significativo al fenomeno globale. Nel 2018 persi nel mondo 3,6 milioni di ettari di foresta. 14/1/20
Un terzo dei prodotti agricoli associati alla deforestazione globale è stato consumato dall’Unione europea tra il 1990 e il 2008. L’Ue è uno dei principali importatori di materie prime legate alla deforestazione, quali cacao (80% della domanda mondiale), caffè (60%), carne bovina (41%), mais (30%), gomma (25%), olio di palma (17%) e soia (15%),. È quanto emerge da uno studio condotto da un consorzio di istituti[1] e finanziato dalla Commissione europea, oggetto di una recente analisi pubblicata a dicembre dall’Institute for european environmental policy (Ieep), che valuta l’impatto del consumo dell’Ue sulla deforestazione.
La maggior parte delle colture e dei prodotti animali associati alla deforestazione è consumata a livello locale o regionale e non è commercializzata a livello internazionale. Il 33% delle colture e l'8% dei prodotti animali sono, invece, esportati al di fuori dei Paesi di produzione. Di questa quota, l'Ue ha importato e consumato il 36% dei prodotti agricoli associati alla deforestazione nei Paesi di origine. Se si prende in considerazione il consumo globale di prodotti agricoli e di bestiame con deforestazione incorporata (ovvero deforestazione associata alla produzione di un bene), includendo anche il consumo interno e regionale, l'impatto dell'Ue è del 7%. Questa cifra può aumentare fino al 10% se si aggiungono tutti i prodotti trasformati e tutti i settori di consumo (ad esempio, tessile e servizi).
Nel luglio 2019 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione sulla deforestazione. Il documento è stato salutato come un passo importante nella lotta al fenomeno ma, secondo lo Ieep, i leader dell’Unione europea devono spingersi oltre. Nello specifico, dovrebbero:
- stabilire una data limite entro la quale i prodotti senza un’origine garantita non possono essere accettati sui mercati;
- istituire un quadro normativo per determinare i prodotti agricoli e forestali che possono essere immessi sul mercato dell’Unione europea senza compromettere gli ecosistemi naturali all’interno dell’Ue e nei Paesi terzi;
- incoraggiare e facilitare il consumo di prodotti alimentari sostenibili di provenienza locale;
- introdurre linee guida per l’etichettatura delle materie prime e dei prodotti alimentari.
Solo nel 2018, il mondo ha perso 3,6 milioni di ettari di foresta fluviale primaria, un’area delle dimensioni del Belgio. Tra il 2010 e il 2015, ogni anno sono andati persi circa 7,6 milioni di ettari di foresta. Le maggiori perdite si sono verificate in Sud America e in Africa, ma le foreste stanno scomparendo in quasi tutto il mondo, sfruttate da agricoltura, pascolo di bestiame, attività estrattive e trivellazioni, che insieme incidono per oltre il 50 per cento.
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di Andrea De Tommasi
[1] Lo studio è stato condotto da: Vision of technology (Vito), Center for international climate and environmental research – Oslo (Cicero), International institute for applied systems analysis (Iiasa), Hiva Research institute for work and society e International union for conservation of nature (Iucn Nl).