per dare un futuro alla vita   
e valore al futuro

SCONFIGGERE LA FAME

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Dal 2014 è tornato a crescere il numero di persone che nel mondo soffrono la fame, nel 2017 erano 821 milioni. In Italia dal 2010 al 2017 l’uso di pesticidi e diserbanti in agricoltura è diminuito del 20%, ma tra il 2016 e il 2017 è aumentato l’utilizzo di fertilizzanti.

Notizie

Il World resources institute propone un’agenda contro lo spreco alimentare

Ogni anno oltre un miliardo di tonnellate di cibo viene sprecato o perso. Dal Wri arrivano tre mosse per raggiungere il Target 12.3 dell’Agenda 2030 sul dimezzamento dello spreco alimentare nei tempi stabiliti. 9/9/2019

In che modo il nostro pianeta potrà sfamare quasi dieci miliardi di persone e contemporaneamente perseguire lo sviluppo sostenibile, affrontando adeguatamente la sfida del cambiamento climatico? Secondo il nuovo rapporto “Reducing food loss and waste: setting a global action agenda”, redatto dal World resources institute, la risposta è ridurre lo spreco alimentare.

Stando al Report, lo spreco alimentare è responsabile dell’8% delle emissioni di gas serra, nonché del consumo di un quarto dell’acqua utilizzata dall’agricoltura a livello mondiale ogni anno. In termini economici, ogni anno viene sprecata una quantità di cibo pari a 940 miliardi di dollari l’anno, mentre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono perse o sprecate, in un mondo in cui una persona su nove è denutrita.

Il Rapporto, che può essere considerato un vero e proprio piano di azione globale, raccomanda un approccio “Target-measure-act”. In primis governi e aziende dovrebbero fissare degli scopi concreti, intesi come obiettivi da perseguire a livello globale. È necessario che tali soggetti facciano proprio il Target 12.3 dell’Agenda 2030: “Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”. 

Il secondo passo, “measure”, segue il motto “ciò che riusciamo a misurare, riusciamo a gestire”. Secondo il Report infatti spesso le nazioni e le aziende non hanno contezza dello spreco, ignorandone la quantità e le modalità; monitorando invece quanti alimenti e come il cibo viene effettivamente perso, è possibile affrontare efficacemente il problema. Proprio per questo il World resource institute ha lanciato nel 2016 un protocollo (The food loss and waste protocol’s accounting and reporting standard), che fornisce metodi per quantificare i rifiuti e gli sprechi di cibo, ma anche approcci per riportare e misurare i risultati a livello internazionale. 

Il terzo step è “agire”. Il documento stila una “to do list” rivolta ad ogni attore della filiera alimentare (governi, aziende e società civile), e raccomanda dieci interventi finalizzati ad impostare politiche e azioni finanziarie in grado di combattere lo spreco in tutta la catena di approvvigionamento. Dopo aver posto gli obiettivi e misurato il livello di spreco, si possono pianificare politiche e stabilire decisioni finanziarie adatte per ciascuna nazione. 

Il Report infine sottolinea quanto lavorare sull’obiettivo “spreco zero” in termini alimentari sia in accordo con altri obiettivi dell’Agenda 2030: sconfiggere la povertà (SDG 1), la fame (SDG 2), garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo (SDG 12) e lotta al cambiamento climatico (SDG 13). 

 

di Eleonora Angeloni 

 

lunedì 9 settembre 2019

Aderenti

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Via Farini 17, 00185 Roma C.F. 97893090585 P.IVA 14610671001

Licenza Creative Commons
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale