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Fao e Ocse: sicurezza alimentare a rischio, aprire i mercati internazionali
Frenano produzione e domanda, cambiano le diete nei Paesi in via di sviluppo, più incerto lo scenario del commercio internazionale: l’Agricultural Outlook 2018-2027 analizza le tendenze del mercato agricolo.
La Food and Agriculture Organization (Fao) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) pubblicano ogni anno il rapporto “Agricultural Outlook”, che prevede le tendenze dei mercati agricoli e ittici in termini di domanda, produzione, livelli dei prezzi e flussi di commercio attraverso stime e proiezioni a dieci anni. L’edizione 2018-2027 aggiorna i dati e gli scenari presentati nel rapporto precedente, proponendo un focus su Medio Oriente e Nord Africa.
In termini di commercio internazionale, il quadro che emerge dalle previsioni effettuate sulla base della situazione corrente (ipotizzando, quindi, il perdurare delle attuali politiche di commercio agricolo), non è incoraggiante. Accanto ai rischi tradizionali che possono minacciare i mercati agricoli, infatti, la Fao e l’Ocse sottolineano l’aumento del livello di incertezza in riferimento alle politiche di commercio agricolo. Episodi recenti come il blocco delle importazioni di prodotti alimentari provenienti dall’Ue da parte della Russia in risposta delle sanzioni adottate in seguito alla crisi in Ucraina, la rinegoziazione degli accordi commerciali del Nafta (North American Free Trade Agreement) e l’impatto ancora sconosciuto della Brexit sui flussi commerciali di alcuni generi alimentari come carne e latticini aumentano l’instabilità del settore agricolo mondiale e la possibilità di ricorsi al protezionismo. Considerato il ruolo cruciale del commercio agricolo nell’assicurare la sicurezza alimentare globale, le due organizzazioni raccomandano al mondo di favorire la distensione delle politiche commerciali e l’apertura dei mercati.
Per quanto riguarda gli scenari di produzione e consumo, il rapporto parte dall’analisi del mercato agricolo nell’ultimo decennio, dove la produzione dei principali generi alimentari (cereali, carne, prodotti caseari e pesce) ha visto un consistente aumento, raggiungendo livelli da record nel 2017. Questa tendenza, tuttavia, non è stata accompagnata da un corrispondente aumento della domanda, il cui tasso di crescita è diminuito.
In prospettiva, la Fao e l’Ocse prevedono un rallentamento della crescita di produzione, specialmente in Europa occidentale. Sebbene a ritmo più lento, la produzione crescerà comunque del 20% a livello globale da qui al 2027, soprattutto attraverso incrementi di efficienza e intensificazione delle colture. Persisterà poi il rallentamento della crescita di domanda, il cui volume sarà trainato giusto dall’aumento della popolazione mondiale, il cui stesso tasso di crescita frenerà. Aumenterà a un tasso inferiore rispetto allo scorso decennio anche la domanda di cereali, oli vegetali e zucchero di canna come input per la produzione di combustibili fossili, alimentata soprattutto dai Paesi in via di sviluppo. Il risultato di questo scenario sono prezzi attesi bassi per i prodotti agricoli e ittici.
Fanno eccezione alla tendenza in calo della crescita di domanda i settori dello zucchero e degli oli vegetali. Ingredienti alla base dei cibi raffinati e pronti, la Fao e l’Ocse prevedono un aumento pro capite di questo genere di prodotti nei Paesi dove è in corso il processo di urbanizzazione. Tendenze come questa lasciano prevedere che il “triplo fardello” della malnutrizione (denutrizione, obesità e malnutrizione) continuerà a gravare sulla popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
Consulta:
- Il Rapporto integrale (EN)
- L’executive summary del Rapporto Ocse-Fao (EN)
- Il comunicato stampa (EN)
Leggi anche:
- “Non basteranno 10 anni per eliminare malnutrizione e insicurezza alimentare” (12 luglio 2017)
di Lucilla Persichetti