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Da Ginevra progressi per armonizzare la misurazione dei 17 Obiettivi
Documento statistico Unece sullo stato di attuazione degli SDGs nell’area dell’organizzazione, che comprende 56 Paesi. Passi avanti, ma anche forti ritardi su inquinamento atmosferico, aree marine e assistenza allo sviluppo. 24/3/20
La Commissione economica per l’Europa delle Nazioni unite (Unece) ha pubblicato il rapporto "Towards achieving the sustainable development goals in the Unece region - a statistical portrait of progress and challenges” che rappresenta un significativo contributo, anche sul piano metodologico, per armonizzare la batteria di indicatori necessari in ogni Paese per misurare i 169 target dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. La pubblicazione offre anche una panoramica dei progressi compiuti in ciascun Paese di questa vasta “regione Onu” (con sede nell’antico palazzo della Società delle nazioni di Ginevra) che va ben al di là dei confini europei e riunisce quasi tutti gli istituti nazionali di statistica ufficiale più avanzati al mondo. La divisione statistica dell’Unece ne ha guidato la preparazione, come documento di lavoro diffuso il 17 marzo in vista del Forum regionale 2020 sullo sviluppo sostenibile per l’area, tenutosi il 19. Il Rapporto si basa sull’analisi di 49 indicatori regionali, utilizzati per esaminare i 17 SDGs, scelti in relazione alla loro rilevanza per la regione Unece e alla disponibilità dei dati. L’area Unece racchiude il 17% della popolazione mondiale e comprende i Paesi europei, gli Stati Uniti, il Canada, Israele e cinque Paesi dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan). Il Rapporto condivide i progressi su persone, pianeta, prosperità, pace e partenariato, le cinque linee guida dell’Agenda 2030.
Per quanto riguarda le persone, il Rapporto rileva che i Paesi Unece stanno facendo buoni progressi per porre fine alla povertà (SDG1) e alla fame (SDG2) e garantire che tutte le persone possano realizzare il proprio potenziale con uguaglianza e dignità in un ambiente sano. Nella maggior parte degli Stati, la percentuale di bambini sottopeso al di sotto dei cinque anni è bassa (2-4%), ma i tassi di sovrappeso sono più alti (5-15%). I regimi di protezione sociale coprono la grande maggioranza della popolazione, circa la metà dei Paesi fornisce regimi pensionistici universali per le persone anziane e 30 Paesi su 41 (quelli in possesso di dati) forniscono un sussidio di invalidità per i disabili gravi.
Quasi tutti i Paesi hanno tassi di mortalità neonatale e infantile (SDG3) al di sotto degli obiettivi globali. Le nascite restano su livelli relativamente elevati in Asia centrale e in Europa orientale. La relazione evidenzia anche progressi su: pianificazione familiare; mortalità per catastrofe (SDG13); livelli di competenza nella capacità di lettura, matematica e informazione, comunicazione e tecnologia (SDG4) e alcuni obiettivi di parità di genere (SDG5), come la riduzione del divario di genere nel lavoro domestico e di cura e l’aumento della percentuale di donne tra parlamentari e dirigenti. Tuttavia, solo Francia, Svezia, Bielorussia e Islanda raggiungono la parità di genere. La percentuale di governi con strategie di riduzione del rischio di catastrofi varia ampiamente. Dal 2000 al 2017, il numero totale di decessi negli incidenti stradali è diminuito nell’area Unece del 30%. Tuttavia, evidenzia il Rapporto, è ancora molto lontano l’obiettivo di dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali: circa 290 persone continuano a morire ogni giorno sulle strade.
Per quanto concerne il pianeta, l’area Unece ha ampliato la copertura forestale negli ultimi due decenni (SDG15) con un incremento netto di 28 milioni di ettari. Solo 10 Paesi Unece hanno livelli di inquinamento atmosferico con polveri sottili al di sotto degli standard stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità. I Paesi virtuosi sono Islanda, Svezia, Finlandia, Norvegia, Estonia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Canada e Stati Uniti. Soltanto 14 Paesi raggiungono l’obiettivo di proteggere almeno il 10% delle aree marine, mentre 23 nazioni presentano livelli al di sotto dell’obiettivo (SDG14). Per quanto riguarda il clima (SDG13), quasi tutti i Paesi hanno osservato un miglioramento delle emissioni di CO2 tra il 2011 e il 2016. Il calo maggiore si è verificato in Uzbekistan, seguito da Turkmenistan e Ucraina. Due terzi dei Paesi Unece forniscono servizi sanitari gestiti in modo sicuro per oltre l’80% della popolazione (SDG6), con 40 Paesi che presentano miglioramenti negli ultimi 20 anni, ma permangono criticità legate alla scarsità d’acqua e lo stress idrico, che in alcuni Paesi raggiunge il 100 per cento. L’intensità energetica, la quantità di energia utilizzata per alimentare l’economia, è diminuita nella maggior parte dei Paesi (SDG7), con le maggiori riduzioni in Europa orientale e sud-orientale e in Asia centrale. Quanto al consumo di energia rinnovabile, l’area Unece rimane al di sotto della media globale.
Relativamente alla pace, il numero di vittime di omicidi è in diminuzione e sono stati compiuti progressi su altri obiettivi relativi a pace, giustizia e istituzioni solide (SDG16). La quota di detenuti non condannati è diminuita, ma in alcuni Paesi rappresenta quasi la metà della popolazione carceraria.
Quanto alla prosperità, la metà dei Paesi Unece ha aumentato il valore aggiunto dell’industria hi-tech e in tutti i Paesi è cresciuta la quota della popolazione con connessione a banda larga. I Paesi Unece hanno avuto fino al 2019 una crescita economica “relativamente stabile” (SDG8), ma la quota di giovani che non studiano e non lavorano (Neet - not in employment, education or training) pur essendo diminuita rimane ai livelli pre-crisi. I progressi sull’SDG 9 (imprese, innovazione e infrastrutture) sono rimasti stabili in alcuni Paesi e diminuiti in altri. .
Per quanto riguarda il partenariato (SDG17), solo cinque Paesi hanno raggiunto l’obiettivo di destinare lo 0,7% del loro reddito nazionale lordo all’assistenza ai Paesi in via di sviluppo.
di Andrea De Tommasi