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Un Women: bisogna trasformare le promesse in azioni
Secondo il nuovo rapporto delle Nazioni unite sono tre i punti chiave di implementazione dell’Agenda 2030 sul tema della parità di genere e del loro legame con i 17 SDGs, che esortano a un’azione congiunta. 17/12/2018
“L’Agenda 2030 si esprime in maniera chiara sul tema della parità di genere: lo sviluppo potrà definirsi sostenibile solo quando avrà gli stessi benefici per uomini e donne”, così esordisce il nuovo rapporto dell’Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne (Un Women) “Turning promises into action: Gender equality in the 2030 Agenda for Sustainable Development”, che fornisce un’accurata valutazione dei progressi, delle lacune e delle sfide dell’Agenda 2030 sulla parità di genere. Il Rapporto monitora le tendenze globali e regionali prendendo in considerazione sia gli Obiettivi che i mezzi (politiche e processi) necessari al raggiungimento della parità di genere descritta nell’Agenda 2030 dell’Onu.
La questione di genere si mostra in ognuno degli aspetti dello sviluppo sostenibile ed è la stessa Agenda 2030 a riconoscerne l’indivisibilità e l’interconnessione con gli altri Obiettivi. “Per esempio una ragazza nata in una famiglia povera (target 1.2)”, dichiara il Rapporto, “sarà molto probabilmente forzata a sposarsi in giovane età (target 5.3) e a abbandonare gli studi (target 4.1), avrà figli in età precoce (target 3.7), sarà vittima di complicazioni durante la gravidanza (target 3.1) e di esperienze di violenza (target 5.2), tutto in misura maggiore rispetto a una ragazza proveniente da una famiglia più ricca. Questa catena di eventi porta a pensare che alla ragazza nata in condizioni di povertà, saranno date ancora meno possibilità di uscirne”. Occuparsi di parità di genere implica quindi dare attenzione al tema e affrontarlo tenendo anche conto delle dimensioni di povertà, fame, salute, educazione, servizi idrici e sanità, occupazione, cambiamento climatico, degrado ambientale, urbanizzazione, pace e conflitto e finanza per lo sviluppo, con le quali è profondamente connessa.
Secondo il documento, al momento solo 10 su 54 indicatori specifici sul genere sono prodotti con sufficiente regolarità; 24 indicatori sono ritenuti insufficienti per il monitoraggio internazionale; e 17 richiedono ancora un’elaborazione concettuale.
Il rapporto, proprio per sollecitare un’azione congiunta, indica tre punti e delle proposte per procedere a questa implementazione:
1. Migliorare i dati, le statistiche e le analisi sul genere:
- Supportare l’inclusione degli indicatori sulla parità di genere all’interno dei 17 Obiettivi ai quali è connessa, entro il 2020;
- lavorare sulla regolarità nella raccolta dei dati sugli indicatori relativi al genere per garantire la comparabilità e la qualità;
- sviluppare strategie globali, nazionali e regionali per individuare i gruppi più marginalizzati;
- coinvolgere maggiormente le istituzioni di alto livello.
2. Dare priorità agli investimenti, le politiche e i programmi per la parità di genere:
- monitorare gli stanziamenti di bilancio per le politiche e i programmi sulla parità di genere;
- definire i termini di coinvolgimento e i criteri per le collaborazioni tra pubblico e privato a livello internazionale e nazionale;
- estendere il supporto finanziario alle organizzazioni di donne per un loro maggiore coinvolgimento a sostegno delle politiche nazionali e internazionali;
- allineare le politiche e i programmi ai principi dell’Agenda 2030.
3. Rafforzare la responsabilizzazione sulla parità di genere attraverso processi e istituzioni:
- porre la parità di genere al centro delle politiche nazionali;
- supportare le organizzazioni per le donne e altri attori della società civile nel monitoraggio dei progressi e responsabilizzare i governi sull’impegno per la parità di genere;
- utilizzare l’High level political forum come piattaforma di condivisione, revisione e dialogo con le parti.
“La parità di genere è una potente forza a sostegno della principale promessa dell’Agenda 2030: non lasciare nessuno indietro” dichiara António Guterres segretario generale delle Nazioni unite, e continua: “Raccomando questo Rapporto ai politici, i ricercatori, i gruppi della società civile e tutti nel mondo, come fonte di conoscenza e call to action. Lavoriamo insieme per l’empowerment e la dignità di tutti”.
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di Alice Rinalduzzi