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Civicus: “Repressione dello spazio civico nuova frontiera del negazionismo climatico”
Attacchi alle democrazie, rigurgiti omofobi e misogini, conflitti armati: sono solo alcune delle avversità che si sono esacerbate lo scorso anno. Ma di fronte alle crisi la società civile resiste in tutto il mondo. 3/6/24
“La società civile sta affrontando una cascata di crisi senza precedenti che non fa che intensificarsi. Nonostante queste avversità, è stata comunque in grado di resistere e di produrre cambiamenti significativi per molte persone, rimanendo una fonte cruciale di speranza”. È questo il messaggio che emerge dallo State of civil society report, elaborato dall’ong Civicus e pubblicato a marzo. Il documento, arrivato alla sua 13esima edizione, analizza le tendenze che si muovono all’interno della società civile, su vari livelli e in diversi contesti, dai conflitti armati alle lotte per i diritti civili, l’inclusione e la giustizia climatica.
La società civile è una risposta a crisi e conflitti
A oggi, tra tutta la popolazione mondiale, una persona su sei è esposta a un conflitto, e nel 2023 il numero di persone decedute per una causa legata a un conflitto armato è aumentato del 62%. Inoltre, lo scorso anno le spese militari hanno raggiunto un nuovo record, con un totale a livello mondiale di 2.200 miliardi di dollari.
Il ruolo giocato dalle organizzazioni non governative e dai singoli nell’aiuto alle popolazioni colpite da scontri armati è “vitale”, sottolinea il documento. In particolare “fornendo aiuti umanitari, orchestrando gli sforzi di ricostruzione, raccogliendo prove di violazioni dei diritti umani, sollecitando la comunità internazionale ad agire e chiedendo giustizia e la fine dell'impunità”.
Tra questi conflitti, il documento riporta quello a Gaza, ma anche la guerra russa contro l’Ucraina, o il conflitto in Sudan, o ancora la guerra civile in Myanmar. In tutti questi teatri armati, “i belligeranti prendono di mira i civili, spesso per la loro appartenenza etnica”.
ASviS firma il Manifesto “Giovani, pace e sicurezza”
Organizzazioni giovanili e società civile hanno sottoscritto insieme un documento volto a promuovere pace e collaborazione multilaterale. Il testo è stato lanciato in occasione del Martin Luther King’s day. 5/4/24
La governance globale deve essere riformata
Il Rapporto sottolinea che le crisi attuali mettono alla prova le istituzioni delle Nazioni Unite, facendo emergere “i difetti fondamentali di progettazione delle istituzioni delle Nazioni Unite ”. Il documento afferma che “le istituzioni delle governance mondiali sono alla deriva a causa di decisioni statali ipocrite che minano l’ordine internazionale fondato su delle regole”. Questo soprattutto perché gli Stati forti, come Stati Uniti e Russia, dice Civicus, “danno prova di un rispetto selettivo delle regole, proteggendo i loro alleati e condannando i loro nemici”.
La repressione per negare la crisi climatica
La società civile in tutto il mondo fa pressioni sui governi e sulle aziende private perché le misure messe in campo finora per combattere la crisi climatica sono insufficienti. Ma nel 2023, “l’attivismo ha dovuto confrontarsi con una repressione crescente”. Sono sempre di più gli Stati che riducono lo spazio riservato all’attivismo climatico, tanto che il Rapporto dichiara che “la repressione dello spazio civico deve essere riconosciuta come la nuova frontiera del negazionismo climatico”.
Il documento cita il contesto tedesco, dove il movimento Last generation/Ultima generazione è stato raggiunto da misure cautelari derivanti dalle leggi contro la criminalità organizzata, tra cui perquisizioni domiciliari, congelamento dei conti in banca e confisca dei computer.
La società civile chiede un ruolo più forte dell’Ue nell’attuazione degli SDGs
Settimana 23-29 ottobre. Cese: raccomandazioni per accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Consiglio europeo: crisi Medio Oriente, priorità per l’economia in Ue. Stato dell’Unione dell’energia. Vertice sociale trilaterale.
Democrazia: un terreno conteso
“La minaccia crescente contro le democrazie ostacola le soluzioni alle crisi attuali, creando un clima ostile per l’azione”. Questa frase tratta dal documento dipinge il contesto che stiamo vivendo: lo scorso anno, il 72% della popolazione mondiale viveva sotto regimi autoritari.
La società civile continua nel suo sforzo per la difesa della democrazia, chiedendo la responsabilizzazione dei dirigenti politici, ma questa spinta diventa sempre più difficile da realizzare visto che gli spazi civici si chiudono: nel 2023, la percentuale di persone che viveva in un Paese il cui spazio civico era chiuso corrispondeva al 30,6%.
La resistenza dei diritti lgbtqi+ contro la regressione
Il Rapporto rimarca che gli avanzamenti in materia di diritti delle donne e delle persone lgbtqi+, conquistati con molti sforzi nel corso degli ultimi decenni, stanno subendo un rallentamento “scontrandosi con un contraccolpo che si è fatto più intenso ”. Tra i contesti che sono andati peggiorando, l’intensificazione della repressione delle persone lgbtqi+ in Russia, o l’adozione di leggi anti-omosessuali in Ghana e in Uganda, o ancora la recrudescenza dei regimi teocratici e misogini in Afghanistan e in Iran. Ma nonostante il rallentamento dei progressi fatti in questi ambiti, in tutto il mondo la società civile ha resistito con manifestazioni, campagne e azioni per non perdere i traguardi raggiunti in passato.
Fonte copertina: valmedia1, da 123rf.com