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Energy self portraits: ecco i primi vincitori del contest fotografico
Dalla Romania all’India, annunciate le cinque foto vincitrici dell’edizione 2020 del contest internazionale di fotografia dedicato al Goal 7 “Energia pulita e accessibile”. Il secondo round si chiuderà il 21 marzo. 11/03/20
Si è concluso a febbraio il primo round di Energy self portraits, il contest fotografico di respiro internazionale organizzato da World access to modern energy (Wame),che vede tra le collaborazioni il contributo dell’ASviS, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul Goal 7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 che punta ad “assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni”.
Il contest, avviato a novembre 2020 con il primo dei tre round, chiuderà la sua seconda fase il 21 marzo per poi concludersi definitivamente il 21 aprile. Energy self portraits è aperto a tutti e si può partecipare inviando una fotografia e una breve storia sul tema dell’accesso all’energia. Ad ogni vincitore spetteranno 100 dollari, mentre il premio finale per la migliore fotografia sarà di 500 dollari.
Dei 15 premi previsti in totale, cinque riconoscimenti sono già arrivati per Bogdan Dinca, David Agbakoba, David Arinze, Zaida Botao e Ruben Salgado Escudero, vincitori del primo round.
Ma vediamo più in dettaglio le loro storie.
La foto di Bogdan Dinca è ambientata in Romania e risale a febbraio 2019. Protagonista Cristina, una ragazza che sta giocando con il suo cane nel cortile di casa a Holbay, nella contea di Brasoy. Cristina vive sulle colline di Holbay con sua madre e le sue due sorelle, in una casa senza elettricità. Ma tre anni fa, grazie ad un’organizzazione non governativa, lei e la sua famiglia hanno ricevuto un pannello solare che produce energia sufficiente per accendere tre lampadine e un paio di ore di televisione al giorno.
Quella proposta da David Agbakoba è una storia di innovazione frugale intitolata “Luci da teatro”. L’autore racconta come ha sfruttato la sua esperienza di fotografo amatoriale per rafforzare le comunità povere di energia e sconnesse dalle reti. Nel 2019 ha modificato il supporto di una lampada con diffusore di luce soft box per la fotografia in un’illuminazione teatrale a energia solare per un centro di cure primarie che non aveva accesso alla rete di distribuzione. Queste luci hanno un basso voltaggio e non richiedono i costi extra di un inverter per funzionare. Senza risorse per alimentare un generatore e dipendendo da lampade a mano per illuminare la clinica, l’energia solare ha rappresentato un forte aiuto. Le giovani donne della comunità sono state inoltre invitate a imparare i principi base dell’energia solare. La foto dell’autore cattura il momento in cui si accendono le luci teatrali.
Abuja, Nigeria. È qui che David Arinze ha scattato la sua foto. Nel Paese africano l’accesso all’energia pulita e sicura rimane ancora una sfida molto ambiziosa. Degli oltre 190 milioni di abitanti, infatti, solo poco più della metà della popolazione ne dispone.
I residenti di Makarfi, nella città di Kaduna, gioiscono poiché grazie a un’efficiente illuminazione i bambini possono finalmente studiare e giocare anche nelle ore buie; le donne che si dedicano alla coltivazione del pepe possono essiccare i loro prodotti grazie all’energia solare riducendo così l'umidità e le perdite post-raccolta, mentre i motociclisti possono caricare i loro cellulari ai chioschi solari che sono gestiti da una donna. Tutto questo avviene grazie a soluzioni di mini-reti solari che rafforzano la comunità. L’elettricità prodotta da queste reti consente infatti anche alle attività commerciali come quelle dei barbieri, ai centri aggregativi per vedere partite di football o agli esercizi che vendono bevande fresche, di sopravvivere fornendo lavoro e una fonte di reddito ai residenti. Inoltre, la sicurezza della comunità è migliorata significativamente grazie all’illuminazione dei sentieri e dei marciapiedi. La foto mostra dunque come l’energia solare rappresenti una possibilità importante per l’elettrificazione rurale.
Zaida Botao ci porta in Mozambico. L’autrice con la sua foto racconta come per la prima volta nella vita suo padre abbia avuto accesso all’energia elettrica. Prima di quel momento aveva avuto a disposizione solo kerosene, candele e legno come fonti di luce. Ha risparmiato per quattro mesi per riuscire a pagare 20 dollari utili all’installazione di quattro lampade e di un punto di ricarica mobile per 30 mesi. Avrebbe potuto scegliere un’opzione più economica ma ha voluto avere la casa più luminosa del villaggio.
La foto di Ruben Salgado Escudero è ambientata in India, nello Stato di Odisha, dove gli abitanti del villaggio usano delle ceste a forma di cono come trappole per pesci e lanterne solari in un stagno di fango. I pescatori usano le lanterne per scovare i pesci nel fango. Quando vedono le bolle salire in superficie, buttano giù i coni e afferrano i pesci con l’altra mano. Meno della metà dei 42 milioni di abitanti dello Stato di Odisha ha accesso alla rete di distribuzione dell’elettricità. Approssimatamente oltre un miliardo di persone nel mondo vive senza elettricità e circa un quarto di queste vive in India.
di Elita Viola