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Inquinamento indoor: in Italia la più alta mortalità europea legata ai fornelli a gas
I risultati del più ampio studio condotto finora sull’impatto dell’esposizione al biossido di azoto legato all’uso della cucina a gas in Europa sollecitano la transizione all’elettrico. Dai cittadini le politiche per accelerarla. 22/11/24
Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse della ricerca per l’impatto sulla salute dell’inquinamento negli ambienti chiusi, definito “indoor”, visto che vi trascorriamo la maggior parte del tempo, in prevalenza tra casa e lavoro. Gli effetti dell’inquinamento atmosferico domestico e di quello esterno sono associati a 6,7 milioni di morti premature all’anno, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. Nelle case gli inquinanti dell’aria provengono sia da fonti esterne, come il traffico stradale e le attività industriali, che interne legate alle nostre attività tra cui l’utilizzo del fornello a gas. I dati 2022 Eurostat dicono che un terzo delle famiglie europee utilizza ancora questo metodo di cottura (33%), in alcuni Paesi la quota supera il 60%, e il primato purtroppo è dell’Italia con il 74%. Questa significativa diffusione rende ancora più preziosi i risultati emersi dalla ricerca condotta da un team multidisciplinare dell’Università Jaume I, a Castellon de la Plana, in Spagna, pubblicata il 28 ottobre.
Si tratta del più ampio studio di valutazione degli impatti sanitari ed economici dell’esposizione al biossido di azoto (NO2) legato all’uso di fornelli a gas nell’Unione europea e nel Regno Unito. Come documenta questo studio, dal 1978 fino a tempi più recenti le ricerche hanno mostrato che la presenza nelle case di un fornello a gas fa registrare livelli interni di NO2 più alti sia rispetto a quelli misurati nelle abitazioni con cucina elettrica che all’esterno, superando in alcuni casi i limiti della qualità dell’aria stabiliti dalle linee guida dell’Oms.
Decessi e perdite economiche
Gli autori stimano 40 mila morti premature in Europa associate all’esposizione di NO2 emesso dalla cottura a gas. La grande maggioranza (94%) è concentrata in otto Paesi e il numero più alto è stata registrato in Italia, pari a 12.786 decessi. Sono stati calcolati 77 mila anni di vita persi e un milione e 55 mila casi di asma nella popolazione generale. A carico dei bambini si stimano 41 mila casi di asma dovuta all’emissione di biossido di azoto, che salgono a 550 mila quando associati alla presenza di fornelli a gas.
I costi stimati della mortalità prematura ammontano a 160 miliardi di euro, di cui l’Italia sostiene l’onere più elevato, pari a 54 miliardi. Gli anni di vita persi hanno generato una perdita di 14 miliardi di euro, mentre l’asma pediatrico 4 miliardi, di cui 532 milioni di euro in Italia.
I risultati si sono rivelati più significativi del previsto, dichiarano gli autori, avvertendo pure che gli impatti sulla salute potrebbero essere sottostimati, poiché non includono gli effetti legati agli altri inquinanti emessi dai fornelli a gas, come il monossido di carbonio, la formaldeide e il PM2,5, a causa della mancanza di dati. Pertanto suggeriscono di approfondire con ulteriori studi.
Sensibilizzare i cittadini e promuovere il passaggio all’elettrificazione
Gli autori ritengono essenziale sviluppare politiche per accelerare il passaggio alla cucina elettrica, riducendo l’esposizione della popolazione al biossido di azoto e il carico sui sistemi sanitari. Sollecitano campagne di informazione per aumentare la consapevolezza sui rischi per la salute promuovendo comportamenti responsabili tra coloro che cucinano con il gas, a partire da un’adeguata ventilazione dei locali. Su questo tema, l’organizzazione globale Clasp, attiva nello sviluppo di politiche per l’efficientamento energetico degli elettrodomestici, ha condotto un sondaggio in otto Paesi europei, tra cui l’Italia, su un campione di ottomila cittadini, tra utilizzatori di piani cottura a gas ed elettrici, per rilevare le opinioni e i comportamenti, la percezione dei rischi per la salute e il sostegno a potenziali misure politiche, fornendo così dati utili a governi, istituzioni, produttori e professionisti della comunicazione al pubblico.
Dall’indagine è emerso che:
- I principali fattori che determinano l’acquisto di un piano cottura sono il prezzo (75%), l’energia utilizzata (64%), l’efficienza energetica (60%) e, al quarto posto, l’impatto sulla qualità dell’aria interna (46%);
- La percezione dell’efficienza energetica è influenzata dal piano cottura utilizzato, ma molti intervistati non avevano informazioni precise sulla reale efficienza del proprio;
- I fornelli a gas sono considerati più economici da acquistare, installare, utilizzare. Ma anche più inquinanti e meno sicuri. Un quarto dei rispondenti ha ammesso di non essere in grado di valutare la tecnologia con impatti peggiori sulla qualità dell’aria;
- Quasi tutti (94%) eseguono una qualche forma di ventilazione mentre cucinano, per lo più con la cappa aspirante (51%), ma non lo fanno per il tempo sufficiente per eliminare efficacemente gli inquinanti. Poco diffusa la ventilazione esterna, soprattutto tra i consumatori del gas (24%). Tra questi, meno della metà apre anche le finestre. Raramente puliscono o sostituiscono i filtri, riducendo così l’efficacia della cappa: solo il 16% lo fa ogni mese.
La maggior parte degli intervistati era favorevole alle politiche per semplificare il passaggio alla cucina elettrica. Quelle maggiormente sostenute sono: rendere l'elettricità più economica del gas, stabilire requisiti obbligatori per i produttori affinché producano piani di cottura più efficienti, offrire incentivi finanziari per l'acquisto, aggiungere un'icona del tempo di riscaldamento sull'etichetta energetica e offrire la rimozione gratuita dei vecchi piani.
di Antonella Zisa