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Coerenza delle politiche: piani italiani procedono senza una governance unificata
Interconnessione tra obiettivi, coordinamento multilivello, budget dedicati, studi d’impatto: questi alcuni degli elementi esaminati da Concord per valutare l’impegno dei Paesi Ue nell’implementazione coerente dell’Agenda 2030. 16/2/22
Una mappatura del grado di coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile è quella riportata nel documento “A test of the EU’s integrity towards the 2030 Agenda: the status of policy coherence for sustainable development”, pubblicato il 18 gennaio scorso da Concord - la confederazione europea delle ong di soccorso e sviluppo – che ha condotto lo studio su alcuni Paesi membri dell’Unione, tra cui l’Italia, e sulla Commissione europea.
Obiettivi dello studio. Quattro le principali finalità perseguite dal report:
- incoraggiare gli Stati membri e tutte le istituzioni dell'Ue a impegnarsi per implementare e rendicontare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile (Pcsd), rafforzando o creando meccanismi di funzionamento ad hoc, con un'attenzione costante affinché questo focus non passi in secondo ordine nei Paesi partner del Sud del mondo, soprattutto in fase di recupero post-Covid;
- spingere affinché l’Ue adotti un approccio equilibrato, globale e integrato allo sviluppo sostenibile nel processo decisionale, prendendo in considerazione anche le dimensioni sociali e ambientali e non solo quelle economiche;
- creare una narrazione positiva attorno al principio di coerenza delle politiche, sottolineando la grande leva che esso può rappresentare e mostrando buone pratiche promettenti e trasferibili;
- creare spazi efficaci per la partecipazione della società civile sulle tematiche riguardanti la Pcsd, assicurando anche i collegamenti con le comunità locali del Sud del mondo.
Coerenza e interconnessioni. Secondo Concord, infatti, il principio di coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile è fondamentale per promuovere sinergie tra policy e settori, garantire che le politiche attuali non compromettano il benessere delle generazioni future, identificare e affrontare le ripercussioni e gli impatti negativi che possono verificarsi sia tra politiche interne che tra quelle esterne. L'Agenda 2030 delle Nazioni unite è infatti un piano globale firmato da tutti i Paesi del mondo e per sua natura interconnessa e integrata quindi i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile in cui è articolata non possono essere raggiunti singolarmente. Questa caratteristica implica che le politiche e le misure adottate per realizzare determinati target possano avere effetti positivi o negativi in altri settori. Risulta quindi necessario rispettare le interconnessioni tra le varie dimensioni.
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Gli ambiti di analisi. Per analizzare il grado di realizzazione del principio di coerenza, il Rapporto si concentra sul Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi” e adotta la lente del Target 17.14: che mira a “migliorare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile”. L'indicatore SDG 17.14 è infatti considerato dall’Unep – il Programma delle Nazioni unite per l'ambiente – quello più completo per monitorare il raggiungimento dell’Obiettivo e si focalizza su otto meccanismi fondamentali per analizzare la coerenza delle politiche quali:
- impegno politico istituzionalizzato;
- considerazioni a lungo termine nel processo decisionale;
- coordinamento interministeriale e intersettoriale;
- processi partecipativi;
- collegamenti tra policy con una valutazione d’impatto ex-ante ed ex-post in termini di sostenibilità;
- allineamento tra i livelli di governo;
- monitoraggio e rendicontazione per la coerenza delle politiche;
- finanziamenti per la coerenza delle politiche.
Tabella 1: Una panoramica dei Paesi e dei tre possibili percorsi per raggiungere la Pcsd
La situazione italiana. Dall’analisi sviluppata emerge che, sebbene l'Italia riconosca formalmente la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, finora il principio è stato scarsamente applicato nei processi decisionali. Il prossimo piano sulla Pcsd dovrebbe essere integrato nella Strategia nazionale sullo sviluppo sostenibile rivista, adottando l'indicatore SDG 17.14.1. “Non è ancora stata sviluppata una visione a lungo termine capace di integrare meglio le dimensioni economico-sociale-ambientale, con una carenza in particolare per la dimensione sociale. Esistono squilibri e piani che procedono separatamente, senza una governance unificata”, evidenzia il Rapporto. I comitati interministeriali, dunque, dovrebbero essere meglio coordinati e dovrebbero condividere un'unica visione basata sull'Agenda 2030.
Tra le note positive si segnala che l'Italia, in collaborazione con l’Eurostat, stia sviluppando un indicatore per misurare gli effetti di spillover relativi ai consumi, che potrebbero quindi essere condivisi con altri Paesi dell'Ue. Tuttavia, per rendere questi meccanismi più efficaci, la società civile dovrebbe essere maggiormente coinvolta. Infine, per dare reale concretezza alla coerenza tra le politiche e le istituzioni, sarebbe necessario predisporre un budget ad hoc.
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Raccomandazioni. Alla luce dello studio condotto, Concord ha avanzato un decalogo di raccomandazioni rivolto a tutti gli Stati membri dell’Unione affinché:
- si impegnino a considerare la coerenza delle politiche un obiettivo politico fondamentale e a predisporre gli strumenti per il raggiungimento di tale obiettivo incorporandoli in una struttura di governance nazionale;
- il principio di coerenza sia attuato dall'intero governo, con tutti i ministeri coinvolti;
- la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile sia la loro più alta ambizione, non condizionato da altri obiettivi incentrati soltanto sulla crescita economica;
- l'attuazione dell'Agenda 2030 sia pianificata come parte di una strategia globale per lo sviluppo sostenibile prevedendo un piano d'azione, obiettivi, tempi e responsabilità nel rispetto di chiari principi di coerenza;
- adottino un chiaro coordinamento tra tutti i livelli di governance, ma anche un mandato per adeguare le politiche subnazionali quando vengono rilevate incoerenze, prevedendo a questo scopo un organismo speciale multisettoriale con compiti arbitrali;
- assicurino una efficace, inclusiva e significativa partecipazione della società civile sui temi della Pcsd, coinvolgendo anche i partner dei Paesi del Sud del mondo;
- non gravino sui Paesi partner del Sud del mondo nel perseguimento del proprio sviluppo sostenibile, misurando e minimizzando quindi gli impatti negativi che le politiche interne potrebbe avere su di loro;
- siano sviluppati e utilizzati più indicatori qualitativi e quantitativi per rendicontare la Pcsd e misurare le ricadute delle politiche interne;
- sia realizzato uno schema di monitoraggio obbligatorio per misurare i progressi nell'attuazione dell’Agenda 2030, inclusa la rendicontazione sulla Pcsd (SDG 17.14);
- stabiliscano un budget nel bilancio nazionale da destinare al raggiungimento della coerenza delle politiche.
di Elita Viola