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Chiusa la 1a edizione del corso per Regioni e Province autonome sulla sostenibilità
90 partecipanti da tutt’Italia, tante le tematiche toccate: dagli indicatori del Bes, all’economia circolare fino allo studio dei futuri. Realizzata una mappatura degli approcci regionali sullo sviluppo sostenibile. 16/04/21
Si è conclusa venerdì 16 aprile la Scuola sullo sviluppo sostenibile per le Regioni e le Province autonome, il percorso di alta formazione organizzato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) in collaborazione con il Centro interregionale di studi e documentazione (Cinsedo) e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, insieme alla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) e alla Scuola nazionale di amministrazione (Sna). Realizzata con il contributo di Terna, della Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) e dell’Eni, la Scuola è stata pensata per fornire a dirigenti e funzionari delle Regioni e delle Province autonome gli strumenti necessari a garantire la coerenza della programmazione e attuazione territoriale con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Avviato a dicembre 2020, il corso ha visto la partecipazione di circa 90 persone tra rappresentanti di tutte le Regioni e delle Province autonome, ma si è svolto interamente online per rispettare le restrizioni dovute alla pandemia. Dopo la lectio magistralis introduttiva condotta dall’ex portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini (ora ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili), sullo scenario europeo e italiano in relazione allo sviluppo sostenibile e sulla ”territorializzazione” dell’Agenda 2030 come fattore di trasformazione dei sistemi socioeconomici, la Scuola si è articolata in 14 webinar suddivisi in due moduli: il primo incentrato su metodi e strumenti, il secondo sulle politiche di sviluppo sostenibile. Tante le tematiche affrontate, tra cui: come misurare gli SDGs a livello nazionale, regionale e locale, come e perché adottare un approccio cognitivo al policy-making per lo sviluppo sostenibile, ma anche come anticipare i futuri e quali politiche regionali poter adottare su diversi ambiti quali lavoro, salute e lotta alle disuguaglianze.
A latere degli incontri frontali è stato avviato anche un esercizio di mappatura degli approcci regionali sui temi della sostenibilità con l’obiettivo di: aumentare la consapevolezza sull’approccio adottato da ciascuna Regione rispetto all’integrazione dei temi dello sviluppo sostenibile nelle policy regionali; promuovere lo scambio di esperienze e buone pratiche; infine, favorire una contaminazione delle politiche regionali.
La giornata conclusiva è stata dedicata alla restituzione dell'esercizio di mappatura e di confronto tra le Regioni e le Province autonome ed è stata sugellata dai saluti istituzionali dell’ASviS e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“L’adozione da parte delle Regioni di strategie territoriali per lo sviluppo sostenibile – ha sottolineato Gianni Lampis, assessore della Regione Sardegna e coordinatore della Commissione ambiente per la Conferenza delle Regioni - è ormai un obiettivo condiviso. Per raggiungerlo occorre però mettere in campo un approccio integrato per tutte le politiche regionali che deve essere tradotto in maniera coerente nei diversi livelli di governo: europeo, nazionale e regionale. Oggi il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), che il Governo si accinge a presentare all’Unione europea, sarà l’occasione per misurarci anche su questo percorso, ma soprattutto offrirà anche l’opportunità di costruire un futuro migliore per il Paese e per le nuove generazioni. Anche per questo – ha concluso Lampis - spero che la lezione che i partecipanti a questa Scuola porteranno con sé sia soprattutto quella di misurare sempre le policies e l’azione amministrativa non solo per la correttezza formale e la rispondenza alle regole, ma anche sulla capacità di ‘esplorare diversi futuri plausibili che potrebbero verificarsi, con le opportunità e le sfide che ciascuno di essi comporterebbe’, utilizzando le tensioni che le politiche per lo sviluppo sostenibile inevitabilmente generano per costruire visioni e percorsi per prendere decisioni migliori”.
di Elita Viola