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50 anni di Servizio civile e obiezione di coscienza: una storia italiana
Il 15 dicembre si festeggia l’anniversario del riconoscimento al diritto a non imbracciare le armi. Per l’occasione, l’ASviS racconterà al Borgo Ragazzi don Bosco il Position paper che ripercorre storia e valore dell’istituto civile. 14/12/22
Era il 15 dicembre del 1972 quando, per la prima volta, lo Stato italiano ha promulgato una legge per dare la possibilità ai giovani appena maggiorenni di astenersi dall’obbligo di prestare il servizio militare armato. Fino ad allora, non presentarsi in caserma a 18 anni significava essere un renitente alla leva, e la pena era il carcere. Ma all’inizio degli anni 1970 il movimento nonviolento e contro la guerra era molto forte, e le mobilitazioni dei giovani di allora hanno portato il legislatore ad adottare misure volte ad assorbire le loro istanze. Ne è stata fatta tanta di strada da quel giorno, e ripercorrere questo sentiero pluridecennale è l’obiettivo della Giornata nazionale del Servizio civile universale (Scu), giunta quest’anno alla sua terza edizione, durante la quale verrà celebrato da molte organizzazioni e in vari modi questo istituto.
Alcune attività previste per la ricorrenza. Durante la Giornata, l’Alleanza farà la sua parte promuovendo il Position paper “Il Servizio civile universale: giovani, cittadinanza e pace”, redatto dal Gruppo di lavoro (Gdl) ASviS sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” e pubblicato il 20 ottobre in occasione dell’evento di chiusura del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2022. Il documento verrà raccontato al convegno “50 anni di obiezione per la pace: analisi, riflessioni e prospettive sul servizio civile”, che si tiene il 14 e il 15 dicembre a Roma presso il Borgo Ragazzi don Bosco. La due giorni è promossa dalla Conferenza nazionale degli enti per il servizio civile (Cnesc), organizzazione che ha partecipato anche alla stesura del Position paper ASviS, in collaborazione con il Movimento Nonviolento. L'evento vedrà la presenza, tra gli altri, di Filippo Salone, coordinatore del Gdl dell’Alleanza sul Goal 16 e responsabile delle relazioni esterne di Prioritalia, che parlerà di come il Servizio civile universale sia a tutti gli effetti un “motore di sostenibilità”, rilevando una significativa consonanza tra i principi istitutivi della legge del 1972 e quelli posti a fondamento dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030, tra i quali spiccano la solidarietà, l’integrazione, la disseminazione dei diritti di cittadinanza.
Il collegamento tra il concetto di sviluppo sostenibile e il Servizio civile universale emerge quindi chiaro nel Paper dove si legge, nell’introduzione a firma della presidente dell’ASviS Marcella Mallen, che “il servizio civile rappresenta per i giovani una straordinaria occasione di crescita e di apprendimento, […] un elemento di speranza e di ottimismo per la rigenerazione del Paese e per l’affermazione dell’Agenda 2030 in Italia”. Inoltre, il documento ricorda che il forte legame Scu-sostenibilità è sottolineato esplicitamente anche nel Piano triennale 2020-2022 per la programmazione del Servizio civile universale, il quale “pone le sue fondamenta sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
Tema portante delle celebrazioni della Giornata di quest’anno sarà la Pace, in considerazione anche delle drammatiche vicende ucraine attuali. È previsto in particolare per il 14 dicembre, a Roma, un incontro sul tema alla presenza di Papa Francesco, con oltre 1000 operatrici e operatori del Servizio civile universale, fra cui anche formatori degli enti accreditati.
La ricorrenza nazionale offrirà dunque un momento di incontro e riflessione, per ripercorrere il contesto in cui è nato l’istituto, la strada che ha percorso fino a ora e il messaggio di Pace che continua a portare con sé, oggi e nel futuro.
di Milos Skakal
Foto di giselaatje da Pixabay