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La transizione ecologica nelle città italiane c’è, ma è troppo lenta
La cronica emergenza smog e la rete idrica colabrodo sono le principali criticità elencate da Legambiente nel rapporto sulle perfomance ambientali di 105 comuni italiani. Bolzano regina green. 5/12/2022
Le buone pratiche non mancano. Tuttavia non si vede quel cambio di passo repentino che impone l’emergenza energetica, ambientale e sociale. Il 2021, che anche per i centri urbani doveva essere l’anno di interventi concreti per la ripartenza post-Covid, conferma la tendenza di stallo degli anni precedenti. Così Legambiente commenta i dati del rapporto Ecosistema urbano, diffuso il 7 novembre, che ha registrato attraverso un questionario le perfomance ambientali dei 105 comuni capoluogo in relazione al 2021.
Legambiente assegna a ogni città un punteggio complessivo da zero a 100 in base ai dati registrati in sei ambiti: aria, acqua, ambiente urbano, energia, mobilità e rifiuti. Nessun capoluogo ottiene il massimo, come lo scorso anno, e la media dei punteggi si attesta a 53,41%, di pochissimo superiore al 2020 (53,05%).
La classifica delle città. Al primo posto troviamo Bolzano (punteggio 79,02%, era sesta lo scorso anno), seguita da Trento (p.76,31%, era la prima) e Belluno (p.73,74%, ottava lo scorso anno). Come nel 2020 tra le prime dieci c’è una sola città del Sud ed è sempre Cosenza, ma scende dalla quarta alla quinta posizione (p.72,79%). La terz’ultima è Alessandria (p.32,24%), seguita da Palermo (p.25,95%,), che era ultima lo scorso anno, e in fondo Catania (p. 21,94%). Le due città siciliane, con le altre metropoli italiane, dovrebbero dare il maggior contributo alla sostenibilità ambientale considerato l’alto numero di abitanti, sottolinea Legambiente, tuttavia confermano “la difficoltà nel dare risposte alle criticità croniche” che le attanagliano, ossia: l’emergenza rifiuti in entrambe, la scarsa diffusione di energie rinnovabili a Palermo, nonostante l’ampia disponibilità della risorsa sole, il traffico e la dispersione di acqua potabile dalla rete a Catania. La città metropolitana che si piazza meglio è Venezia (13esima), ma si distingue in negativo nell’uso efficiente del suolo, ottenendo il punteggio di 3 nel relativo indicatore (0-10). Roma è 88esima e non ha risposto quasi per nulla al questionario, si legge nel Rapporto.
Vediamo gli aspetti principali per ogni ambito.
- Aria. Le città sono suddivise in cinque classi per livello della qualità dell’aria, in relazione ai limiti di legge Ue e dei valori guida dell’Oms di PM10, PM2,5 e NO2. La situazione è peggiorata: la prima classe “ottima” è vuota, lo scorso anno contava (appena) tre città. La più numerosa (52 comuni) corrisponde a livello “sufficiente” e comprende comuni sparsi in tutto il territorio nazionale, tra cui Belluno, Chieti, Prato, Rimini e Siracusa. In 24 città la qualità dell’aria è “scarsa” (ultima classe) poiché superano per almeno due parametri i limiti Ue sia per PM10 e PM2,5 che per NO2. L’inquinamento atmosferico causa ogni anno 400mila morti in 41 Paesi europei, di cui 50mila solo in Italia, rimarca Legambiente.
- Acqua. A causa della rete idrica colabrodo, conseguenza di infrastrutture “obsolete”, si registra il valore medio del 36% (come lo scorso anno) di acqua potabile che non arriva ai rubinetti, e salgono a 23 i capoluoghi con perdite oltre il 50% (a Catania 71%). Aumentano i consumi medi domestici; tra le città meno virtuose spicca Siena dove ogni abitante consuma più di 400 litri di acqua al giorno.
- Ambiente urbano. Sono tre i parametri presi in esame e che attestano la vivibilità delle città’. L’area di verde urbano fruibile per ogni cittadino registra valori che vanno da (appena) 3,4 mq/ab di Crotone ai 396,2 mq/ab di Trento. Nel 2021 aumenta la quantità di alberi, in media ce ne sono circa 30 ogni 100 abitanti, ma più città registrano sia un dato nettamente sotto la media (Potenza spicca con un albero/ 100 ab) sia sopra la media e in questo caso emerge Cuneo che conta ben 206 alberi/100ab. A parte l’unico caso di Trapani che dichiara la totale assenza”, il valore medio delle isole pedonali si ferma a 0,47m2 per abitante. Le città virtuose dello “spazio per camminare” sono Lucca (6,79 m2 /ab, anno 2019) e Venezia (5,19 m2 /ab).
- Energie rinnovabili. L’indicatore è in netto aumento (media 5,41Kw/1000ab). Padova, Oristano, Pesaro e Verona dichiarano le maggiori disponibilità installate di solare fotovoltaico e termico, i cui valori si collocano tra i 26 e i 30,4 kW ogni 1.000 abitanti. Sono cinque le città ferme a zero o che non danno informazioni sui loro impianti negli edifici pubblici (Isernia, Lecce, Nuoro, Roma, Vibo Valentia).
- Mobilità. Con 65,5 auto ogni 100 abitanti l’Italia si distingue come il “grande garage d’Europa” anche nel 2021: il tasso di motorizzazione è più alto rispetto a grandi capitali come Londra, Parigi e Berlino. Il 37,2% delle famiglie italiane è gravato da elevati livelli di traffico (nel Lazio sono il 45,6%).
Il servizio di trasporto pubblico registra una “lentissima” ripresa, dopo la pandemia, e aumenta, mediamente, anche l’offerta. Cresce l’estensione delle piste ciclabili (valore medio 9,86 metri eq/100 abitanti), tranne a Chieti e Potenza che dichiarano assenza di infrastrutture. In questo ambito, Legambiente rileva l’incidentalità stradale i cui dati fanno riferimento al 2020: il numero di morti ogni 100mila abitanti è più elevato della media (5,3) in nove regioni (da 9,2 del Molise a 5,6 della Toscana). Tra le vittime aumentano i ciclisti (+15,5%), gli utenti della strada più vulnerabili dopo i pedoni. Nella figura sotto, le proposte dell’European transport safety council, riportate nel Rapporto, per aumentare la sicurezza stradale.
- Rifiuti. Aumenta il valore medio della percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (61,5%). Sale a dieci il numero di comuni che superano la soglia dell’80%, tra cui Belluno, Ferrara e Mantova. L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 52 città, due in più del 2020, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da sette (erano 10 nel 2020 e nel 2019). Torna a salire la produzione di rifiuti urbani quasi ai livelli pre-pandemia e tra le peggiori perfomance emerge Piacenza che supera gli 800kg/ab/anno.
- Uso efficiente del suolo in una scala da 0 a 10. I dati dell’indicatore sono riferiti al 2020: il dieci va solo a Milano, lo zero tondo a Brindisi (0,5 a Enna e Ragusa). Il valore medio si attestava a circa 5.
“Non aiuta l’assenza di un quadro organico di riferimento entro cui ridisegnare l’idea di città nell’era della crisi climatica”, scrive nel Rapporto Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, sottolineando due lacune “clamorose” a fronte dell’accelerazione dell'emergenza climatica: il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) non è aggiornato ai nuovi obiettivi europei di riduzione delle emissioni climalteranti entro il 2030 (-60%) e il Piano nazionale sull’adattamento climatico (Pnacc), varato in bozza nel 2018, non è stato ancora approvato.
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Con il contributo di esperte ed esperti, il Rapporto evidenzia come realizzare città sostenibili affrontando la mobilità con un approccio multidimensionale: “È possibile ridisegnare le politiche del trasporto e dello sviluppo urbano in una direzione capace di produrre salute, benessere, qualità della vita, migliorando resilienza urbana e qualità dell’ambiente e contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici e a sviluppare l’economia”, scrive Francesca Racioppi, direttrice del Centro europeo per l’ambiente e la salute dell’Organizzazione mondiale della sanità. “La chiave è in un approccio ‘neo-Rinascimentale’: porre di nuovo l’essere umano, piuttosto che i veicoli, al centro delle politiche urbane”.
di Antonella Zisa