Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Futuro incerto per un/una adolescente su tre; in periferia pessimismo al 43%

Secondo l’indagine Demopolis–Con i Bambini, il 61% ritiene che gli adulti capiscano sempre meno i ragazzi e le ragazze. Nelle periferie la mancanza di servizi e spazi spinge quasi sette giovani su dieci a rimanere a casa. 26/11/25

mercoledì 26 novembre 2025
Tempo di lettura: min

Il futuro è la prima fonte di preoccupazione per il 55% degli/delle adolescenti italiani/e, seguita dalla salute fisica o mentale (37%), un tema che continua a pesare dopo l’emergenza sanitaria. Solo il 35% guarda avanti con ottimismo: un terzo si definisce pessimista, con un dato che sale al 43% tra chi vive nelle periferie e nei quartieri più fragili.

È quanto emerge dall’indagine Vivere da adolescenti in Italia, realizzata da Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

L’indagine mostra come la mancanza di servizi, spazi e opportunità sottragga non solo occasioni di crescita, ma anche fiducia nel futuro, soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese.

Presentata il 18 novembre 2025, l’indagine è stata condotta su un campione nazionale stratificato di adulti, genitori con figli minorenni e adolescenti tra i 14 e i 17 anni, ascoltati direttamente con metodologia integrata. L’obiettivo è fotografare il presente e il futuro delle nuove generazioni, indagando percezioni, opportunità, timori e desideri, con particolare attenzione agli adolescenti che vivono nelle periferie e nei quartieri in deficit di servizi. L’indagine include anche un focus sull’opinione pubblica e sul ruolo della comunità educante.

Opportunità ridotte: nelle periferie il contesto pesa

La variabile del contesto emerge con forza. Le ragazze e i ragazzi che vivono nelle periferie valutano come inadeguati, con scarti superiori ai 30 punti rispetto ai coetanei, servizi considerati essenziali per la crescita: spazi verdi, strutture sportive, trasporti pubblici, servizi sanitari, attività culturali e ricreative.

Solo il 36% degli adolescenti residenti in aree difficili ritiene sufficienti le opportunità di incontrare gli amici nella propria zona, contro il 61% del dato medio nazionale. La percezione di sicurezza è ancora più critica: il 59% teme molestie, violenza o bullismo quando è fuori casa, contro il 43% del totale degli adolescenti.

Tempo libero, socialità e attività extrascolastiche

La scarsità di luoghi e opportunità si riflette sul modo in cui gli/le adolescenti trascorrono il tempo libero. Quasi sette su dieci restano a casa; il 72% non pratica attività artistiche o culturali e il 35% non svolge attività sportiva, quota che sale al 48% tra le ragazze. Nel focus periferie, il divario si amplia: le opportunità extrascolastiche crollano di oltre il 30%, sia per lo sport sia per laboratori e attività culturali. Limite che incide sulla capacità dei/delle giovani di coltivare interessi, relazioni e competenze trasversali fondamentali.

Benessere psicologico, fiducia e percezioni della violenza

Il benessere psicologico è indicato dal 62% degli adolescenti come elemento essenziale della vita, insieme a famiglia (78%) e amicizia (72%). Eppure, un quarto dei ragazzi dichiara di non essersi mai sentito ottimista nell’ultimo anno, e il 22% non si è mai sentito fiducioso verso gli altri; nelle periferie questa percentuale sale al 32%.

Le percezioni della violenza mostrano un divario generazionale: per il 46% degli adulti gli episodi fra giovani sono “sempre più frequenti”, ma tra gli adolescenti la quota scende al 26%. Anche il rapporto con i genitori è segnato da distanza: il 61% ritiene vero che “gli adulti capiscono sempre meno i ragazzi”.

Preoccupazioni, scuola e responsabilità della comunità

Accanto al futuro e alla salute, preoccupano anche il rendimento scolastico (22%), i problemi familiari (22%), la solitudine (22%) e le guerre nel mondo (32%). Sul fronte della scuola, solo il 9% degli italiani e delle italiane ritiene che garantisca oggi pari opportunità: per il 59% lo fa “in parte”, con forti divari territoriali.
In forte crescita, invece, la consapevolezza del ruolo della comunità educante: l’81% considera condivisa la responsabilità della crescita dei/delle minori, quasi il doppio rispetto al 2019 (46%).

Desideri e futuro: tra pragmatismo e aspirazioni

Guardando al futuro, gli/le adolescenti mettono al primo posto il desiderio di “stare bene con sé stessi” (74%), seguito da stabilità economica (59%) e realizzazione lavorativa (58%).

Nelle periferie, molte aspirazioni professionali si concentrano sulle professioni sanitarie (23%), seguite da influencer (18%) e imprenditore (14%). Un dato che racconta l’intreccio tra sogni, ricerca di stabilità e immaginari culturali. Solo il 35% però vede il proprio futuro con ottimismo. Il 33% è pessimista, una quota che cresce nei quartieri più fragili e raggiunge il 73% tra i genitori italiani, segno di una difficoltà diffusa nell’offrire fiducia ed esempi di speranza alle nuove generazioni.

 

 

Consulta l’indagine

 

Copertina: Unsplash

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